DIEGO VALERI
CHITARRA VENEZIANA, PRELUDIO
C’erano prima i tralci dorati,
sciolti spioventi dai davanzali?
i gran fiori d'argento, ricamati
su la seta verdina dei canali?
l'azzurra tenda d'aria, distesa
dall'una all’altra cimasa,
la nuvoletta di perla, sospesa
sul tetto bruno dell’ultima casa?
e questo lungo respiro di vento
che porta nel chiuso l’immenso del mare,
tagliato dal volo violento
delle rondini stridule amare?
Le cose belle col loro sorriso
C'erano, sì, s’aprivano intorno;
ma solo quando è apparso il tuo viso
le ho viste, a un tratto, come al romper del giorno.
Come su l’alba, allora s’è desto
Il mondo - colore, letizia infinita -:
tu, con quel tuo sorridere mesto,
tu sola avevi riaccesa la vita.
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Venezia è notoriamente la città più bella e affascinante del mondo, con i suoi canali, i suoi ponti, le sue calli e i suoi rii, con i mille giochi di riflessi che le acque della laguna intrecciano con le chiese e i palazzi, con le gondole e i lampioni, con i pali di attracco, con il volo dei gabbiani. Eppure, dice il poeta Diego Valeri, che a Venezia in Calle del Vento ebbe il suo buen retiro, tutta questa bellezza non esiste se non esiste l’amore: è il sorriso della donna amata a fare da scintilla a tutta quella meraviglia estetica.
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RICHARD S. JOHNSON, “VENICE AND ROSES”, PART.
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutta la città conosce lo scatto delle macchine fotografiche e il ronzio delle videocamere: segno che quasi ogni rio, calle, riva pedonabile a ridosso di un canale (fondamenta), campiello e ponte emana, irradia, trabocca bellezza.
TIZIANO SCARPA, Venezia è un pesce
Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.
Bellissima!
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