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domenica 26 ottobre 2014

I barbari

 

KONSTANTINOS KAVAFIS

ASPETTANDO I BARBARI

- Che aspettiamo tutti riuniti qui, nell’agorà?

      Devono arrivare i barbari oggi.


- Perché tanta inerzia nel Senato?
  Quando si decidono i Senatori a legiferare?

      Perché arrivano i barbari oggi.
      Che leggi vuoi che facciano i Senatori?
      Verranno i barbari a legiferare.


- Perché l’Imperatore si è alzato tanto presto,
  e sta in trono, solenne, con la corona in testa,
  alla porta maggiore della città?

       Perché arrivano i barbari oggi.
       E l’Imperatore si appresta a ricevere
       il loro capo. Anzi ha preparato
       una pergamena da offrirgli
       con titoli e molti nomi.


- Perché i nostri due consoli e i pretori sono usciti
  oggi con la toga rossa ricamata?
  perché portano bracciali pieni di ametiste
  e anelli con splendidi smeraldi luccicanti?
  perché mai prendere oggi preziosi scettri
  finemente cesellati d’oro e d’argento?

       Perché arrivano i barbari oggi;
       e queste cose sui barbari fanno effetto.


- Perché i nostri bravi oratori non sono qui,
  come sempre, a tenere discorsi e a dir la loro?

      Perché arrivano i barbari oggi;
      loro si stufano di tanta eloquenza e parole.

- Perché all’improvviso sono tutti così nervosi
  e inquieti. (I volti come si sono fatti seri).
  Perché tanto in fretta si svuotano le strade e le piazze
  e tornano tutti a casa pensierosi?

      Perché si è fatta notte e i barbari non sono più venuti.
      E qualcuno è arrivato dai confini
      e ha detto che di barbari non ce ne sono più.


E ora che fine faremo senza barbari.
Dopotutto, quei barbari erano una soluzione.

1904

(Περιμένοντας τους Bαρβάρους, da Poesie d’amore e della memoria, Newton, 2006 – Traduzione di Paola Maria Minucci)

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L’inquadramento storico di questa poesia di Konstantinos Kavafis è solo un pretesto: in realtà sono versi che parlano alla nostra inquietudine, che evocano quel senso dell’attesa che ritroviamo nel Deserto dei Tartari o in certi racconti di Dino Buzzati. I barbari invocati sono i nostri sogni, i nostri desideri, la realizzazione della nostra vita, una soluzione alla monotonia di giorni sempre uguali, al tempo che scorre inesorabile - incarnano insomma le speranze nel futuro.

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romesenate1

CESARE MACCARI, “CICERONE DENUNCIA CATILINA”

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LA FRASE DEL GIORNO
E pensa a come la Saggezza l’aveva deriso, / e a come si era sempre fidato - che pazzia! - di lei, / bugiarda, che gli diceva: «Domani. Hai tanto tempo».
KONSTANTINOS KAVAFIS




Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.


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