MARGHERITA GUIDACCI
ALL’IPOTETICO LETTORE
Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa' che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio
non è minore che nell'incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.
(da Anelli del tempo, 1992)
.
“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve!” dice Mario Ruoppolo/Massimo Troisi a Pablo Neruda nel film Il postino. Margherita Guidacci, poetessa fiorentina, sembra dargli ragione: segue i suoi versi – la sua anima, perché altro non sono – nel percorso verso gli ipotetici lettori, nel dono che ne fa. Quello che importa è che questi versi si sentano a loro agio, che possano rimanere finché servono; una volta che hanno assolto il loro scopo, è meglio lasciarli volare via, liberi e leggeri come farfalle.
.
DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere
Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.
Nessun commento:
Posta un commento