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martedì 9 settembre 2014

Una barca di carta

 

OLAV H. HAUGE

NON NAVIGHIAMO SULLO STESSO MARE

Non navighiamo sullo stesso mare,
eppure così sembra.
Grossi tronchi e ferro in coperta,
sabbia e cemento nella stiva,
io resto nel profondo, io avanzo con lentezza,
a fatica nella tempesta,
urlo nella nebbia.
Tu veleggi in una barca di carta,
e il sogno sospinge l’azzurra vela,
così dolce è il vento, così delicata l’onda.

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Navighiamo nel mondo su mari diversi, su barche diverse – ognuno unico sulla sua nave, che sia rimorchiatore, transatlantico, barchetta di carta, agile vela o maestoso veliero, peschereccio o sampan. Olav H. Hauge, poeta norvegese, si sentiva una nave da carico appesantita e rallentata dal suo essere solida nell’oceano reale, e invidiava un po’ la capacità di chi sa affidarsi al sogno, di chi riesce a veleggiare nel suo veloce volo tra mare e cielo.

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Barche

FOTOGRAFIA © SHREDLOCK/ETSY

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LA FRASE DEL GIORNO
La realtà è il cinque per cento della vita. L'uomo deve sognare per salvarsi.
WALTER BONATTI




Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


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