LINA KOSTENKO
SEI VENUTA DI NUOVO, MIA TRISTE MUSA
Sei venuta di nuovo, mia triste musa.
Non temere, sono instancabile.
Come una medusa, fluttua sul mondo l’autunno,
e le foglie umide cadono sul lastricato.
Tu sei venuta con i sandaletti leggeri,
la mantellina appena gettata sulle spalle.
Oh, sei venuta col maltempo, da lontano,
così sola soletta nella notte!
Dove sei stata, nell’Universo o a Sparta?
A quali secoli hai brillato nella foschia?
E con quale carta inconfessabile
trovi i poeti sulla terra?
A loro detti la sorte, non i versi.
La tua fronte è nobile e luminosa.
Ci sono poeti migliori e più fortunati.
Grazie per aver scelto me.
(Traduzione di Paolo Galvagni)
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Ancora una poesia sul mistero dell’ispirazione, sulla scelta del poeta da parte della poesia, che lo usa come uno strumento per far sentire la sua voce: perché “la poesia è una festa, come l’amore" dice la poetessa ucraina Lina Kostenko, “non so che è. Io sono solo uno strumento / con cui piangono i sogni del mio popolo”.
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JOSÉ LUIS MUÑOZ LUQUE, “ERATO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Artista, sei il pellegrino dei secoli. / Vaghi nei luoghi sacri dello spirito umano.
LINA KOSTENKO
Bravina. Ucraina? O russa?
RispondiEliminaUcraina. È della regione di Kiev, non dell'est
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