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mercoledì 3 settembre 2014

Fine dell’estate

 

RAFFAELE CARRIERI

FINE STAGIONE

Fine stagione, fine del mare.
Fine del bianco e del celeste
Nei barattoli di vernice.
Fine delle tele dei lini.
Fine di Mozart nei clarini.
Fine del gelataio che passa
Come un angelo di carta.
Fine delle salive
Che hanno sapore di resine.
Fine di tutte le Indie:
Parasoli strisce palafitte
E Sara dietro le persiane.

Fine, fine di ciò che amo
E perdo in ogni istante.

(da La giornata è finita, Mondadori, 1963)

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L’estate, se mai quest’anno è iniziata, sta finendo. Settembre la porta alla conclusione, svuota le spiagge e i villaggi di montagna. Il poeta tarantino Raffaele Carrieri, un po' come il Ghiannis Ritsos di Molto tardi nella notte, ne coglie la sottile malinconia. Non è solo l’estate che finisce, con i suoi ombrelloni, con i suoi colori bianchi e azzurri, il gelataio che passa, le ragazze in bikini: è una stagione della vita che finisce ogni giorno un po' di più.

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Lazzaro

WALTER LAZZARO, “DIALOGO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Consuma il tempo / Radice ramo / Il bosco il bastimento / E l’animo solitario / Del capitano.
RAFFAELE CARRIERI, Io che sono cicala




Raffaele Carrieri (Taranto, 23 febbraio 1905 – Pietrasanta, 14 settembre 1984), scrittore e poeta italiano. A quattordici anni abbandonò la città natale e viaggiò imbarcandosi come marinaio su bastimenti mercantili. Tornato in Italia fu per due anni gabelliere a Palermo. ”La mia poesia è tutta autobiografica; ispirata a fatti realmente accaduti, a viaggi, a soggiorni in paesi stranieri” scrisse di sé.

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