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giovedì 3 aprile 2014

Le amadriadi

 

VINCENZO CARDARELLI

SCHERZO

Il bosco di primavera
ha un’anima, una voce.
È il canto del cuccù,
pieno d’aria,
che pare soffiato in un flauto.
Dietro il richiamo lieve,
più che l’eco ingannevole,
noi ce ne andiamo illusi.
Il castagno è verde tenero.
Sono stillanti persino
le antiche ginestre.
Attorno ai tronchi ombrosi,
fra giochi di sole,
danzano le amadriadi.

(da Poesie, 1942)

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Un bosco di primavera, la voce insistita del cuculo tornato dal suo rifugio africano che annuncia la nuova stagione, la vita che esplode nel nuovo verde, nei nuovi fiori. E dove sta lo  “scherzo” del titolo della poesia di Vincenzo Cardarelli? Ma in quella apparizione fantastica delle amadriadi, ovvero delle ninfe delle foreste, che nascono e muoiono con le querce e puniscono severamente chi danneggia le piante: è il mito che viene a posare il proprio archetipo in uno dei temi più profondamente cardarelliani, quello dello scorrere inesorabile del tempo, del fluire delle stagioni.

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The_Hamadryad_by_Émile_Bin

ÉMILE BIN, “L’HAMADRYADE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Lascio la primavera / dietro di me / come un amore insano / d’adolescente.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie




Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere  temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.


4 commenti:

  1. Me sfigato! Avessi nelle selve mai trovato amadriadi, al massimo porcini....

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  2. Ciao, Liolucy!

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    Neanch'io, Paolo: qualche asparago selvatico, castagne, funghi... però cerco sempre!

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