Il 5 gennaio è morto nella sua Medesano, presso Parma, il poeta Pier Luigi Bacchini, classe 1927. Poeta molto particolare, appartato, capace di indagare l’universo partendo dalla natura, dalla terra, dalle pietre con un acume scientifico e botanico che lo ha fatto definire “lucreziano”.
.
.
.
CONSIDERAZIONI SU UN MASSO
Specie casta del geoide.
Giallognolo verdastro
e lunghe piogge, chissà perché
non ti avevo riconosciuto prima, sasso
roccia
raggiera d'angoli cristalli odiati a scuola.
Mi sei apparso nell'ombra del bosco, dall'umidità
affioravi come una schiena d'animale morto.
Ti eri frantumato senza sangue
o linfa senza dolore
né morte o vita.
Inerzia
peso: l'opposto del divino.
Ti ho accarezzato per la prima volta
sede dei torrenti d'estate asciutti e vani.
Ti accarezzavo. Le acque non ti avevano ancora levigato
e mi parevi buono benché sappia della tua insensibilità.
Da te ha proceduto la vita
e fai le due dimore degli uomini. Mi sostenti
hai sprizzato la scintilla.
Anche il fuoco non t'intacca
ma il vento
ma l'acqua ti rodono, la vegetazione ti ricopre
come una tomba. Sosti
in silenzio. Di te
so che sei l'impalcatura del mondo.
So che sei la memoria del mondo, graffita.
.
.
URNA DI VETRO
Ho provato a seppellirmi, per un poco,
dietro la porta, seduto tra le ante
della piccola bussola. -
tutta la botanica del creato
- di là dai vetri, è ridotta a un vialetto
con una quercia, i cedri,
e due emerocallidi.
I godimenti di una volta,
quando l'organismo era me stesso
secondo il desiderio - tutta la materia, credo,
vibri così, trascorsa dalla vita,
anche gli antri aridi dei vulcani, quando fuoriescono
le lave che si consolidano, e che s'imponga sempre la giovinezza
per i canalicoli seminali.
Come può darsi
che uno come me, senza castità,
possa un giorno salire sino a un eremo,
distaccarsi in preghiera, esalarsi di sera
se non nel maggio, trascinando con sé un'intera foresta
e la volatile polvere dei suoi profumi,
che apre le bocche dappertutto
per nutrimento, per amore?
Questa è un'urna di vetro - ma all'esterno
le generazioni metodiche delle ombre
si spostano, e un tepore penetra il legno,
dà sussulti, scotimenti, moti
d'atomi:
e anche le parole sono fiato, soglia dell'audiogramma,
energia-materia
che rientra nell'eterno.
.
.
IL LEGAME
Ho tolto l’abito
alla serena e tumultuante bellezza
per investigare le impalcature, se avevano un legame
con lo spirito. Certe combinazioni –
inspiegabili -
come formule delicatissime di aneliti porfirinici
e clorofilla,
suggerivano di tracciare certe curve
nello spazio del foglio, secondo una
memoria ignota, perduta; oppure
la tavola periodica degli elementi,
la riconoscevo nell’ordine e nelle rispondenze
di una bellezza sempre attesa.
Queste
sono le pagine della bellezza primordiale,
dove l’intensità
si è espressa.
Dove la geometria con la sua durezza rigorosa
ha immesso le sue forme e ognuna
si è poi tramutata e commista.
.
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Le mie poesie iniziano con felicità, con gioia. Nascono come gioia per la scoperta, gioia per la bellezza della natura, per un profumo. Naturalmente ci sono le debite eccezioni. La gioia può tramutarsi anche in disillusione e in tristezza. Questa è la mia ispirazione. Il mio meccanismo di "messa in moto".
PIER LUIGI BACCHINI
Pier Luigi Bacchini (Parma, 29 marzo 1927 – Parma, 5 gennaio 2014), poeta italiano. La sua poesia indaga l'universo, ne analizza la struttura geometrica, cantando l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, in una poesia che non è tuttavia priva di una tensione metafisica e di un afflato visionario.
...azz.. questo è un grandissimo poeta! ( magari levare la metà del raddoppio...)
RispondiEliminaCopio e incollo e trasferisco in " poesie degli altri"....
... meravigliosa, da togliermi il fiato. Parole delicate, entrano nel cuore in punta di piedi. Dolcemente.
RispondiEliminaGrazie.
Sì, grazie Paolo, errore mio di copia e incolla. Appena apro il pc dove ho l’editor per il blog, rimedio.
RispondiElimina