ÁNGEL GONZÁLEZ
LEGGO POESIE
Leggo poesie a caso,
leggo quasi senza pensare a quel che leggo.
Quando incontro un verso triste,
sento nell’anima come una carezza.
Non che mi conforti la tristezza altrui;
è che mi sento meno solo.
(da Niente di grave, 2008)
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La poesia ha questa grande capacità di veicolare le emozioni, di liberarle dalla gabbia e farle volare per il mondo. Se “far poesia vuol dire riconoscersi” come scrisse Sergio Solmi, vale anche la direzione opposta: leggere poesia vuol dire riconoscersi, se il lettore – in questo caso il poeta spagnolo Ángel González – si ritrova nell’emozione altrui e la condivide.
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RICHARD YEOMANS, “THE NOVEL READER”
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LA FRASE DEL GIORNO
Con la lettura ci si abitua a guardare il mondo con cento occhi, anziché con due soli, e a sentire nella propria testa cento pensieri diversi, anziché uno solo. Si diventa consapevoli di se stessi e degli altri.
SEBASTIANO VASSALLI, Un infinito numero
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
..quanti "Poteri" la Poesia....
RispondiEliminaciaoo Vania:)
una forza straordinaria
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