WISŁAWA SZYMBORSKA
NULLA È IN REGALO
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo,
sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
Mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
Tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
Ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
Dove, quando e perché
Ho permesso che aprissero
Questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l'unica voce
Che manchi all'inventario.
(da La fine e l’inizio, 1993 – Traduzione di Piero Marchesani)
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Lo sguardo ironico del Premio Nobel 1996, la poetessa polacca Wisława Szymborska avvolge la vita: ecco che allora questa nostra esistenza si trasforma in una sorta di contabilità, con le colonne del dare e dell’avere, un disincantato estratto conto dove incolonnare albe e tramonti, gioie e dolori, felicità e malinconie. Ma è un contratto capestro: in realtà non è possibile sfuggirvi.
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VLADIMIR KUSH, “WARDROBE”
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita sulla Terra costa abbastanza poco. / Per i sogni ad esempio qui non paghi un soldo. / Per le illusioni – solo se perdute. / Per il possesso del corpo – solo con il corpo.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Qui
Tremenda...
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