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mercoledì 6 novembre 2013

Come il tuo nome suona

 

MARINA CVETAEVA

VERSI PER BLOK, 1

Il tuo nome è una rondine nella mano,
il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua.
Un solo unico movimento delle labbra.
Il tuo nome sono cinque lettere.
Una pallina afferrata al volo,
un sonaglio d’argento nella bocca.

Un sasso gettato in un quieto stagno
singhiozza come il tuo nome suona.
Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni
il tuo nome rumoroso rimbomba.
E ce lo nomina lo scatto sonoro
del grilletto contro la tempia.

Il tuo nome - ah, non si può! -
il tuo nome è un bacio sugli occhi,
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo.

15 aprile 1916

(da Versi per Blok, 1922 - Traduzione di Pietro A. Zveteremich)

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Aleksandr Blok fu il maggiore esponente del simbolismo russo, cui tutti i poeti del Novecento di quel paese devono qualcosa. Marina Cvetaeva gli dedica un’intera raccolta testimoniando questa sua dipendenza, pur non avendolo mai incontrato - nel 1920 riuscì ad assistere a due sue recite pubbliche moscovite senza trovare il coraggio di avvicinarlo. Il nome del poeta, le cinque lettere del nome, in caratteri cirillici, diventano in questi versi una salmodia onomatopeica, senza mai essere nominate ma soltanto evocate con efficacissime immagini. Quella della Cvetaeva per Blok era un’ammirazione sconfinata: quando il poeta russo morì, nel 1921, lei scrisse all’amica Anna Achmatova: “Sento la morte di Blok come un’elevazione. Inghiotto il mio dolore umano...”

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Blokporirinabelova

IRINA BELOVA, “RITRATTO DI ALEKSANDR BLOK”

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LA FRASE DEL GIORNO
I versi crescono, come le stelle e come le rose, / come la bellezza - inutile in famiglia.
MARINA CVETAEVA




Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall NKVD e della figlia, in campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941.


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