WISŁAWA SZYMBORSKA
LE TRE PAROLE PIÙ STRANE
Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
(da Attimo, 2002 - Traduzione di Pietro Marchesani)
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Incisiva e insolitamente sobria di elencazioni, in questi pochi versi la poetessa polacca Wisława Szymborska, Nobel per la Letteratura 1996, si inoltra nel territorio semantico per considerare l'aspetto metafisico di tre parole “importanti”. Futuro è un tempo che viene presto, sempre troppo presto e sembra concatenarsi con il passato grazie a quel suo “Fu” iniziale rimasto nel gioco della traduzione. Il Silenzio esiste solo nel non detto e quindi la parola che lo indica, pronunciata, come per controsenso lo rompe. E Niente, se non esiste, viene invece in certo modo ad indicare qualcosa, creando un altro paradosso.
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ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni parola che si dice, fa pensare al suo contrario.
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Le affinità elettive
...io non sono nulla/nessuno per giudicare questa poesia...ma mi piace e dice tanto a mio parere.
RispondiEliminaciaoo Vania:)
Sono d'accordo con Vania. Mi piace molto.
RispondiEliminasono riflessioni profonde, nella loro solo apparente banalità
RispondiEliminaEcco a chi si è ispirato Bergonzoni!
RispondiEliminanon si inventa niente...
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