GUIDO GOZZANO
IL GIOCO DEL SILENZIO
Non so se veramente fu vissuto
quel giorno della prima primavera.
Ricordo − o sogno? − un prato di velluto,
ricordo − o sogno? − un cielo che s'annera,
e il tuo sgomento e i lampi e la bufera
livida sul paese sconosciuto...
Poi la cascina rustica del colle
e la corsa e le grida e la massaia
e il rifugio notturno e l'ora folle
e te giuliva come una crestaia,
e l'aurora ed i canti in mezzo all'aia
e il ritorno in un velo di corolle...
− Parla! − Salivi per la bella strada
primaverile, tra pescheti rosa,
mandorli bianchi, molli di rugiada...
− Parla! − Tacevi, rigida pensosa
della cosa carpita, della cosa
che accade e non si sa mai come accada...
− Parla! − seguivo l'odorosa traccia
della tua gonna... Tuttavia rivedo
quel tuo sottile corpo di cinedo,
quella tua muta corrugata faccia
che par sogni l'inganno od il congedo
e che piacere a me par che le spiaccia...
E ancora mi negasti la tua voce
in treno. Supplicai, chino rimasi
su te, nel rombo ritmico e veloce...
Ti scossi, ti parlai con rudi frasi,
ti feci male, ti percossi quasi,
e ancora mi negasti la tua voce.
Giocosa amica, il Tempo vola, invola
ogni promessa. Dissipò coi baci
le tue parole tenere fugaci...
Non quel silenzio. Nel ricordo, sola
restò la bocca che non dié parola,
la bocca che tacendo disse: Taci!...
(da I colloqui, 1911)
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Una fantasia questa di Guido Gozzano al limite del “falso ricordo”, a ricreare una di quelle figure di donna che costellano la sua vita e la sua esistenza poetica, quelle donne che il poeta avrebbe potuto “amare d’amore” ma che la sua aridità di sentimento ha confinato nel sogno crepuscolare, come questa silenziosa ragazza smilza e mascolina con la quale il poeta è sorpreso da un temporale in campagna e con cui divide una notte d’amore nel rifugio di una cascina. Poi, la donna, tornando in treno, non rivolge più la parola al povero Guido in una sorta di gioco amoroso – o forse, è lo stesso Gozzano a suggerire l’idea, nulla veramente è accaduto o ancora gli avvenimenti si sono intrecciati nella memoria con il filo dei sogni e dei desideri…
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TELEMACO SIGNORINI, “SULLE COLLINE A SETTIGNANO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Che musica il silenzio!
JEAN ANOUILH, Il direttore dell’Opera
Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – 9 agosto 1916), poeta italiano, fu il capostipite della corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti, accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto". Morì di tisi a 32 anni.
Il silenzio è qunro di più loquace esiste…
RispondiEliminaBasta saperlo leggere…
Verissimo... il silenzio è parte integrante del discorso, così come lo è della musica
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