LEONARDO SCIASCIA
LA SICILIA, IL SUO CUORE
Come Chagall, vorrei cogliere questa terra
dentro l’immobile occhio del bue.
Non un lento carosello di immagini,
una raggiera di nostalgie: soltanto
queste nuvole accagliate,
i corvi che discendono lenti;
e le stoppie bruciate, i radi alberi
che s’incidono come filigrane.
Un miope specchio di pena, un greve destino
di piogge: tanto lontana è l’estate
che qui distese la sua calda nudità
squamosa di luce - e tanto diverso
l’annuncio dell’autunno,
senza le voci della vendemmia.
Il silenzio è vorace sulle cose.
S’incrina, se il flauto di canna
tenta vena di suono: e una fonda paura dirama.
Gli antichi a questa luce non risero,
strozzata dalle nuvole, che geme
sui prati stenti, sui greti aspri,
nell’occhio melmoso delle fonti;
le ninfe inseguite
qui non si nascosero agli dèi; gli alberi
non nutrirono frutti agli eroi.
Qui la Sicilia ascolta la sua vita.
(da La Sicilia, il suo cuore, 1952)
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Del mio viaggio in Sicilia quello che serbo con maggiore piacere nello scrigno della memoria è quella luce viva, barocca, che discende sulle vecchie pietre, sulle campagne riarse, sugli antichi templi e li tinge di quella sua solarità. Non l’uomo con il carretto intarsiato e colorato fermo a farsi fotografare davanti ai Templi di Agrigento, non le sfarzose luci della festa della santa, non le statue iperrealiste nei duomi, non il gusto un poco kitsch del centro di Taormina. Ma quella luce, quella che anche un siciliano DOC come Leonardo Sciascia ravvisa viva e fatale sulle cose.
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AGRIGENTO, TEMPIO DELLA CONCORDIA, PARTICOLARE © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Ha insegnato Leonardo Sciascia che la Sicilia non è una. Ne esistono molteplici, forse infinite, che al continentale, forse al Siciliano stesso, si offrono e poi si nascondono in un giuoco di specchi.
PAOLO ISOTTA
Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989), scrittore e poeta italiano. Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, all'ansia di conoscere le contraddizioni della sua terra e dell'umanità, unì un senso di giustizia pessimistico e sempre deluso.
..ogni uomo assapora il gusto che più gli piace.
RispondiEliminaciaoo Vania:)
solo chi è stato o vive in Sicilia può capire il "sapore" di quella luce
RispondiEliminaIo sono nata a Floridia, Siracusa, padre siciliano, vi ho vissuto e ci vado spesso.
RispondiEliminaLa Sicilia è nelle zolle aspre, nel sole feroce, nei muretti a secco.
Rosanna Bazzano
Il sole feroce, perfetto... E io ci andai a maggio, da Taormina ad Agrigento passando per Catania e Siracusa
RispondiEliminaPoesia atroce come i suoi libri. Io la Sicilia non la conosco; mi intimidisce, ha dimensioni, per un toscano, inusitate.Nemmeno ci andrò; mi resta quella dei libri, dei film, della Storia e già così è un pianeta.
RispondiEliminaLeggo solo ora la tua risposta... Hai fatto un bel giro... se le hai visitate bene ti è rimasto sulla pelle un po' di sale, nella bocca un po' di mandorla, nel cuore un senso di cordialità, ti sei sentito voluto bene...
RispondiEliminaCiao!
sì, tutto questo, Rosanna: il calore del sole, della terra, della gente
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