È morto ieri a Boston lo scrittore, saggista e poeta nigeriano Chinua Achebe, più volte candidato al Nobel per la Letteratura. Era nato il 16 novembre del 1930 a Ogidi ed è considerato uno dei padri fondatori della letteratura africana, soprattutto per il romanzo Il crollo, che descrive lo scontro tra il vecchio mondo tribale e quello coloniale e prefigura la rivoluzione contro il potere imposto dagli occidentali. Le sue poesie, gran parte delle quali scritte durante la guerra del Biafra, sul finire degli anni Sessanta e il principio dei Settanta, sono spesso brevi e talora con immagini crude: “Sono in grado di scrivere poesie brevi, intense, in relazione al mio stato d’animo. Tutto quello che si sta creando nell’ambito della nostra lotta” disse allora.
CHINUA ACHEBE A BUFFALO NEL 2008 – FOTOGRAFIA © STUART C. SHAPIRO
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Per ricordare Chinua Achebe, ecco due poesie che ricordano eventi significativi della sua vita: la prima è abbastanza celebre e risale alla guerra del Biafra, ed è il ritratto di una madre rifugiata con in braccio il proprio bambino morto; la seconda fa riferimento al terribile incidente d’auto che nel 1990 lasciò il poeta paralizzato dalla vita in giù.
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MADRE RIFUGIATA CON BAMBINO
Nessuna Madonna con Bambino poteva eguagliare
quell'immagine di tenerezza di madre
per un bambino che doveva dimenticare
L'aria era pesante di odori
di diarrea di bambini non lavati
con costole slavate e sederi prosciugati
in lotta con passi affaticati dietro vuoti ventri rigonfi.
Molte lì hanno da tempo cessato
di preoccuparsi, ma non quella madre,
che manteneva tra i denti un sorriso spettrale,
e negli occhi il fantasma dell'orgoglio materno
mentre gli pettinava i capelli rugginosi
rimasti sul cranio, e poi,
solo negli occhi cantando, iniziò
a ripartirli adagio... In un'altra vita
questo sarebbe stato un piccolo atto quotidiano
privo di importanza tra colazione e scuola:
ora lei lo faceva come ponendo fiori
sulla minuscola tomba di un bambino.
(da Christmas in Biafra and other poems, 1971)
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FARFALLA
La velocità è violenza
Il potere è violenza
Il peso è violenza
La farfalla cerca salvezza nella leggerezza
Nel lieve volo ondeggiante
Ma a un incrocio dove la luce chiazzata
Cade dagli alberi su una nuova sfrontata autostrada
I nostri territori convergenti si incontrano
Giungo con forza sufficiente per due
E la dolce farfalla offre
Sé stessa in un sacrificio giallo brillante
Sul parabrezza di silicone duro.
(da Another Africa, 1998)
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LA FRASE DEL GIORNO
Fra gli Igbo c'è un proverbio, un uomo che non sa dire dove la pioggia lo ha colpito non sa neppure dove il suo corpo si è asciugato. Lo scrittore deve dire alla gente dove la pioggia lo ha colpito.
CHINUA ACHEBE, Il crollo
..intensità...di "vita e parole"
RispondiEliminaciaoo Vania