Luigi Fiorentino, poeta poco noto ai circuiti letterari, nasceva esattamente cento anni fa, il 13 febbraio 1913 a Mazara del Vallo. Dopo la guerra, la Resistenza e l’esperienza nei lager tedeschi, si stabilì a Siena, dove insegnò letteratura spagnola e letteratura iberoamericana all’Università, così come in seguito ad Arezzo e a Trieste, dove morì nel 1981.
La poesia di Luigi Fiorentino denota qualche eco di Mallarmé, di cui fu traduttore, e si bilancia tra realtà e mito, tra atmosfere surreali e motivi invece altamente reali: l’amore, la natia Sicilia, l’esperienza di guerra. Si può citare l’introduzione di Ettore Mazzalia a Un fiume un amore, raccolta edita nel 1961: secondo il critico, la poesia di Fiorentino è “franca ricerca di verità che resistono”.
Segnalo, in occasione del centenario, la pagina Facebook creata dalla figlia Beatrice, e il sito, attivo da tempo, dedicato al poeta: Luigi Fiorentino, poeta e scrittore in terra di Siena. E ancora la prossima uscita di una silloge – Edilet editore - con prefazione di Raffaello Utzeri.
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FOTOGRAFIA © WWW.LUIGIFIORENTINO.IT
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da CIELO E PIETRA, 1957
BALLATA DELLA NEVE
(DA LAGER A LAGER)
La neve.
La fatica.
Lo sgomento.
La colonna già in marcia nella neve.
II passo dentro la neve. La frusta
degli aguzzini: Los! Avanti, presto.
La landa senza termine, echeggiante.
E la fame di mesi sopra mesi.
Chi crollava era pietra sulla neve.
E los. Ancora los. Sempre los.
Andava la colonna nella neve.
Soldati a reggimenti, spettri
squallidi con la bocca cucita, nella neve,
con gli occhi di cristallo, tra la neve.
E la fame, la fame, la stanchezza.
(«Addio, capitano».«Madre, addio,
o argine fiorito nelle mie pene».
«Amata, amore, dolce amore, anima,
non m'attendere più. Ritorno a Dio,
e ho pugnali d'odio dentro gli occhi.
Ma se non posso, tu perdona il male.
La vita è nell'amore. Amore, addio».)
Andava la colonna, nella neve.
E la fame, la fame, il passo rotto,
il vento sulla neve un'ala immensa,
il cielo solo neve. Los!
In coda
lento avanzava il carro dei morenti.
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da SENTIMENTO DI GRECIA, 1960
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SULLE PALPEBRE CHIUSE
Come rossa è la luna nella sera
e come avvampa tra le rocce il fiore,
così il tuo viso se tremando mormoro
sulle palpebre chiuse le parole
care. O cara, fiammeggiano i ricordi.
E quel grillo che lima in qualche parte
il suo strillo, ci reca in altro luogo
e in altro tempo: fuochi bianchi, spersi
e ritrovati sotto questo azzurro
che t’incanta e m’incanta, e ci fa lievi.
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da UN FIUME UN AMORE, 1961
ANIMA DI COLOMBA…
Anima di colomba o fatta d’aria,
si scioglie in trite sillabe la voce.
Tremante amore, la memoria resta,
il cadenzare lieve del tuo passo,
la finestra da cui guardammo il mare,
l’isola che ci accolse e ti rapì.
Ora la pioggia e il vento ho per compagni,
e la notte. Ed è lunga la notte.
Il vento è un mare. Altro mare è la pioggia.
E notte e vento e pioggia, e quest’angoscia.
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SPARTA
Tanta gloria fu pianto alle Termopili,
nella stessa Platea. Di quei prodi
non altare, ma polvere che il vento
consegna sui cipressi e sulle case
di questa Sparta che ne usurpa il nome
in faccia all’Eurota. Così il tempo
devastando si vendica e tacendo.
Non c’è gloria nel pianto, né potenza
che non lasci nel vento le sue tombe.
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutta la terra è musica che vive.
LUIGI FIORENTINO, Basalto del tuo corpo
Modesto poeta e a quello che ho capito, poeta modesto.Che non è poco...
RispondiElimina...ho scorto "velocemente" le poesie..ma non scorderò...la frase del giorno.
RispondiEliminaciaoo Vania:)
Più che "modestia", direi l'onestà dell'artigiano (poeta è colui che fa, etimologicamente).
RispondiEliminaLa frase del giorno fa parte di una poesia dedicata alla Sicilia: http://cantosirene.blogspot.it/2010/10/ode-alla-sicilia.html