Riecco dicembre, la boa intorno a cui vira l’anno: non solo per il passaggio di cifre del 31 ma soprattutto per il solstizio d’inverno del 21 del mese, che porta ad avvicinare la primavera cominciando ad allungare le giornate – anche se impercettibilmente. Quelle “piante esauste” dipinte dalla poetessa padovana di fine Ottocento Vittoria Aganoor Pompilj resistono al gelo, alla neve, alle intemperie per rifiorire un giorno, quando i mattini saranno netti e assolati, così diversi da quello cantato dal poeta russo Fëdor Tjutcev.
VITTORIA AGANOOR POMPILJ
DICEMBRE
Qua e là per la campagna irti si drizzano
al cielo i rami delle piante esauste.
Piove; incombe sull’ampia solitudine
desolata, il silenzio.
Sulla deserta immensità dell’anima
talor mute così piovon le lagrime;
umane braccia così al ciel protendonsi
talora, emunte e supplici.
(da Leggenda eterna, 1900).
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FËDOR TJUTCEV
MATTINO DI DICEMBRE
La luna in cielo, e imperturbata
l'ombra notturna è tuttavia:
regna tranquilla, senza darsi conto
che il giorno ormai già s'è scrollato,
che, sebben pigri e dubitosi,
l'uno s'aggiunge all'altro raggio
nel mentre il cielo del notturno
trionfo tutto ancora splende.
Ma non andranno due, tre istanti,
vaporerà la notte dalla terra,
e col fulgore delle apparizioni,
ci avrà afferrati il mondo diurno…
Dicembre 1859
(da Poesie – Traduzione di Tommaso Landolfi)
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Nel freddo Dicembre odorose ghirlande sventolano / e gonfi raccolti sonnecchiano sotto la neve.
ALEXANDER POPE, Dunciad
...emano entrambe profumo/colore d'inverno.
RispondiElimina...la tua foto..."Qua e là per la campagna irti si drizzano
al cielo i rami delle piante esauste" :)
ciaoo Vania
eh, ormai siamo dentro nell'inverno... è arrivata anche la neve
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