ROBERTO JUARROZ
POESIA VERTICALE, I, 7
Perché le foglie occupano il posto delle foglie
e non quello che resta tra le foglie?
Perché il tuo sguardo occupa lo spazio davanti alla ragione
e non quello che c’è dietro?
Perché ricordi che la luce muore
e invece dimentichi che muore anche l’ombra?
Perché si accorda il cuore dell’aria
finché la canzone diventa un vuoto nel vuoto?
Perché non taci nel luogo esatto
dove morire è la presenza appena
sospesa dell’albero di vivere?
Perché queste righe dove il corpo cessa
e non un altro corpo o un altro corpo o un altro?
Perché questa curva del perché e non il segno
di una retta senza fine con un punto sotto?
(da Poesía vertical, I, 1958)
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Domande che non hanno risposta, ma che se possibile allargano ancora di più il mistero continuando a inseguire punti interrogativi invece di giungere alla definitiva certezza di un punto esclamativo. Sono del poeta argentino Roberto Juarroz ed esprimono al meglio la sua poetica visionaria: Juarroz afferma infatti che “Il poeta non ha alternativa che inventare o creare altri mondi. La poesia crea realtà, non finzione. Dico che la poesia è realtà, e per me è la più grande realtà possibile perché è quella che percepisce la coscienza reale dell’infinito”.
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia respira attraverso le sue mani, / che non toccano le cose: le respirano / come polmoni di parole, / come carne verbale arrochita dal mondo.
ROBERTO JUARROZ, Poesía vertical, IV
Roberto Juarroz (Coronel Dorrego, 5 ottobre 1925 – Buenos Aires, 31 marzo 1995), poeta, saggista e bibliotecario argentino. La sua opera, salvo le prime Sei poesie scelte del 1960 è riunita con il titolo unico di Poesia verticale. Varia solo il numero d'ordine, da raccolta a raccolta, fino alla quattordicesima, uscita postuma nel 1997.
...direi che la nostra vita è un punto interrogativo.
RispondiElimina...direi che la nostra vita è un punto esclamativo.
...non farmi spiegare il commento che ho scritto...please...m'incasinerei...oggi poi.:)))
...interessante la poesia.
ciaooo Vania
commento perfetto: talvolta siamo punti interrogativi, talaltra esclamativi, o anche puntini di sospensione
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