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giovedì 4 ottobre 2012

Sforbicia l’ultima rondine


VITTORIO BODINI

AUTUNNO, PESCATORE D’ARAGOSTE

Autunno, pescatore d'aragoste, ex pirata,
la cui stanchezza dà epidermidi umane
alle maniglie dei tram,
guarda con occhi d'anice la pianura industriale
fra i bulloni schiodati e i ceri del primo amore.
Sforbicia l'ultima rondine
manoscritti di nuvole che narrano
il primo viaggio intorno al mondo, lo scoppio
delle castagne, i cinque uomini d'equipaggio
che scesi a terra vollero restare
coi selvaggi. Fummo offesi
da quella preferenza; ci può esser di meglio
di questa nostra civiltà?
Andate più avanti: troverete
forse un altro eremita più vecchio di me.
Tagliategli con forbici e forbicine
le lunghissime ciglia.
Lui potrà dirvi come tamponare
lo sgocciolio suicida di questo paesaggio.
Autunno con la punta del coltello
spargeva con ogni cura un sale umido
sulla cicoria cruda.
E il lungofiume, l'odore della nafta bruciata,
le vergini del Sud che annaffiano ogni sera
d'ignoti amanti teste decollate
che fioriscono in vasi di basilico.

(da Dopo la luna, 1956)

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Il sud mitico di Vittorio Bodini emerge dalla violenta oscurità dei versi ermetici: il suo spirito ancestrale, l’atavica disillusione risaltano qua e là - come lucenti pezzettini di mica in una pietra - nella storia di un pescatore d’aragoste. La memoria, le attese, le speranze frustrate profumano di menta, di aneto, di basilico, di cicoria, come può testimoniare chiunque si sia avventurato lungo le strade della campagna pugliese.

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ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Il buio, / com'è lungo nel Sud! Tardi s'accendono / le luci delle case e dei fanali. / Le bambine negli orti / ad ogni grido aggiungono una foglia / alla luna e al basilico
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VITTORIO BODINI, La luna dei Borboni




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