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sabato 1 settembre 2012

Due poesie per settembre


Ritorna settembre, mese mite che accantona l’affannosa calura estiva e introduce con immensa dolcezza all’autunno. È questa tranquillità che sottolineano due grandi poeti del Novecento italiano, Giorgio Vigolo e Leonardo Sinisgalli: una tranquillità cui abbandonarsi come a un abbraccio prima che venga la stagione del freddo..

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GIORGIO VIGOLO

SETTEMBRE

Ho sognato settembre: una strada
scendeva in giri cantabili
fra colli di rosea pietra e di piante.
Beatitudine mia.
M'abbandonavo sull'aria materna.
Dietro le spalle un oro
sereno sentivo dal mare
invisibile.

Al sol cadente i cupi
massi di musco avvolti
parean tenere e pure
materie d'un più lieve
pianeta.
E una luce sui prati erano acque
fini, sorgenti come cielo: senza
peso salivano il colle
e sugli erbosi ammanti
delle grotte facean fulgida l'ombra.

(da Conclave dei sogni, 1935)

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LEONARDO SINISGALLI

IMITAZIONE DELLA LUNA

La luna sanguina alle corna, mite
Settembre torna ai davanzali.
Ai davanzali una voce balbetta:
Luna, luna nova
Chi ti cerca non ti trova
Chi ti trova non ti aspetta.
Luna mia alta dove
È il gatto riverso che si spulcia?
Io non lo cerco altrove, luna
Amorosa. Bruciano
Gli occhi al buio, brucia
La tuberosa di settembre luna
Sempre dolorosa.

(da Il cacciatore indifferente, 1942)

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ALFRED SISLEY, “SEPTEMBER MORNING”

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LA FRASE DEL GIORNO
Le piogge di Settembre già propizie / gonfian sul ramo fichi bianchi e neri, / susine claudie... A chi lavori e speri / Gesù concede tutte le delizie!
GUIDO GOZZANO, La via del rifugio




Giorgio Vigolo (Roma, 3 dicembre 1894 – 9 gennaio 1983), poeta e scrittore italiano, esponente della “Scuola Romana”. Le sue poesie hanno un gusto barocco e classicheggiante del paesaggio, soprattutto di quello romano. Profondo conoscitore del Belli, tradusse Maestro Pulce di Hoffmann e le poesie di Hölderlin.


Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.



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