ALFONSO GATTO
AI MONTI DI TRENTO
Bei monti della sera
azzurra è già l'Italia...
Penso a mia madre sola con la luna
nella notte d'ottobre, ancora estiva
la brezza muove i suoi capelli, imbruna
sulle case d'intorno...
Così la chiara spera
dei monti a lungo ammalia
nei pascoli la sera.
Odora già l'Italia
di polvere e di rose.
Era la luna ancora effusa al giorno,
mia madre a lungo sul mio capo pose
le mani e disse: “Vedi, a noi d'intorno
il tempo s'è fermato...”
Bei monti della sera
azzurro è il mio passato.
(da Arie e ricordi, 1941)
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La sera cade sui monti come un mantello di luce che li veste a lungo in un gioco di riflessi e di colori che sfumano sempre più fino al crepuscolo. Sulle Dolomiti c’è addirittura un termine per indicare il variare dal rosa al rosso al viola del cielo sulle particolari rocce formate di dolomia, la “enrosadira”. È un lungo tramonto che non vuole mai finire, e al poeta Alfonso Gatto, complice il profumo delle rose e il limpido chiarore dell’aria, porta alla mente il ricordo della madre: come su quei monti trentini il tempo sembra improvvisamente fermo, così nella memoria l’attimo si è cristallizzato e illumina con la sua luce tutta la vita del poeta.
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ENROSADIRA SUL LATEMAR - FOTOGRAFIA © AFRANK99
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LA FRASE DEL GIORNO
Credo anch'io che la nostra vita e le nostre percezioni si sviluppino a partire da un groviglio di ricordi sommersi. Forse quello che chiamiamo anima non è se non l'insieme di questi oscuri detriti di ricordi.
HERMANN HESSE, Pellegrinaggio d’autunno
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
...bella...suggestiva...colorata di indelebili emozioni.
RispondiEliminaciaoo Vania
enrosadira...però!!!:))..ho messo 2 minuti a scriverla questa parola.:))
dialetto ladino
RispondiEliminaIl piacere di leggerti Renoir, ciao Asia
RispondiEliminaChe bella! Mi sembra di vederle quelle immagini e di sentire il profumo delle rose.
RispondiEliminaMi viene tanta nostalgia,anche perché sono appena tornata dal Trentino... questa poesia la leggerò molte e molte volte.
A presto, Federica
Grazie, Federica. Ho visto le fotografie dal Trentino sul tuo blog e riconosciuto Salorno, dove andavo a sparare al poligono ai tempi del servizio militare.
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