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lunedì 16 aprile 2012

Dissanguati di memoria

 

GEMMA GORGA

ASSENZA

Stanotte, mentre dormivo,
sei venuto a leggere i miei libri.
Non hai acceso la luce,
non ti sei seduto sul divano,
non ti sei tolto i guanti,
non hai fatto rumore nello scorrere le parole.
Però il tuo sguardo è rimasto attaccato alle pagine
come il segno quasi impercettibile del rossetto
su un bicchiere di cristallo di Boemia.
E così, notte dopo notte, la mia biblioteca e io
ci dissanguiamo di memoria,
senza che nessun medico possa diagnosticarne la causa.

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“Ora che non ci sei, la stanza si riempie delle farfalle assurde del ricordo” scrive in un’altra lirica la poetessa catalana Gemma Gorga (Barcellona, 1968) per descrivere il dolore dell’assenza, dedicata alla scomparsa del padre. Tra l’essere del passato e il non essere del presente si gioca anche questa poesia, impregnata non solo di una sorda solitudine ma anche della triste consapevolezza che il ricordo fatalmente è destinato a perdersi – ed è bellissima l’immagine scelta, del “ladro” di parole che sono vita, che sono sangue. Non c’è rimedio, non c’è cura per questa malattia.

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GIORGIO MARIANI, “SOGNANDO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando te ne vai, ti lasci dietro un tu
invisibile incollato alle cose più piccole: può essere un capello sul cuscino, uno sguardo che si è impigliato nelle corde del desiderio, una traccia di saliva  sull’angolo del divano, una molecola di tenerezza nel piatto della doccia.
GEMMA GORGA




Gemma Gorga i López (Barcellona, 1968), poetessa catalana. Laureata in Filologia Spagnola, insegna all’Università di Barcellona. La sua poetica, iniziata con Ocellania nel 1997 e proseguita con la prosa poetica di Libro dei minuti, è un'ossessiva ricerca di costruzione sul disordine.


5 commenti:

  1. ...pensa te...dopo averla letta...l'avrei intitolata "presenza".

    ciaoo Vania

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  2. l'assenza sa diventare anche presenza. C'è ad esempio una bellissima poesia di Diego Valeri che dice: "C'è, scavata nell'aria, la tua dolce assenza di donna".

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  3. che bella...

    Sai, in questi giorni mi è capitato più di una volta di incrociare il nome di Valeri. Poeta che ho scoperto da pochissimo.
    Ti lascio qui un suo pezzetto che tanto mi è piaciuto:

    L'istante che non sta,
    che, mentre è, già non è più:
    l'innumerevole istante.
    Tu vedi: è stolto temere la morte,
    se, vivendo, ogni istante si muore.


    Un saluto

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  4. Grazie, Pamela. Questa è una delle (tante) belle poesie di Valeri che ho pubblicato - erano i primissimi mesi del blog: il post è qui

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  5. E dunque aprile sembra essere il mese di Valeri :-)

    (grazie)

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