LEONARDO SINISGALLI
A MIO PADRE
L'uomo che torna solo
A tarda sera dalla vigna
Scuote le rape nella vasca
Sbuca dal viottolo con la paglia
Macchiata di verderame.
L'uomo che porta così fresco
Terriccio sulle scarpe, odore
Di fresca sera nei vestiti
Si ferma a una fonte, parla
Con un ortolano che sradica i finocchi.
È un uomo, un piccolo uomo
Ch'io guardo di lontano.
È un punto vivo all'orizzonte.
Forse la sua pupilla
Si accende questa sera
Accanto alla peschiera
Dove si asciuga la fronte.
(da Vidi le Muse, Mondadori, 1943)
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Un punto vivo all’orizzonte. Eccolo lì il padre di Leonardo Sinisgalli (1908-1981), protagonista di una poesia in cui il figlio lo guarda da lontano con la tenerezza di chi vede la sua vita invecchiata, di chi comincia a sentire di assomigliargli sempre più - è una cosa che noi figli, passata la ribellione giovanile, finiamo sempre con il notare. E a mio padre dedico la poesia che ho scelto oggi, 19 marzo, San Giuseppe, giornata tradizionalmente dedicata alla festa del papà… Anche “la sua pupilla si accende questa sera”, non accanto alla peschiera, ma in un normale lunedì tra le carte dello studio e la televisione. Auguri, papà: ti voglio bene!
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GIOVANNI SEGANTINI, “IL LAVORATORE DELLA TERRA” © FONDAZIONE CARIPLO
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LA FRASE DEL GIORNO
La luce dei padri vale sette volte la luce.
PROVERBIO GIAPPONESE
Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta, saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.
..mi viene difficile commentare, quindi banalmente...auguri ai papà.
RispondiEliminaciaooo Vania
auguri ai papà...
RispondiEliminaMi ha commosso questa poesia...
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