“L’ottimismo è il profumo della vita”: molti ricorderanno Tonino Guerra per questo slogan pubblicitario per Unieuro, ed è un peccato, perché se gli ha dato fama, certamente non ha messo in luce le sue doti di poeta dialettale e di grande sceneggiatore soprattutto per Antonioni e Fellini – sue sono le sceneggiature di Deserto rosso, Blow Up, Zabriskie Point, Matrimonio all’italiana, Amarcord, Ginger e Fred. Tonino Guerra è morto ieri nella sua Santancargelo quattro giorni dopo la grande festa cittadina per i suoi 92 anni.
“Sono nato a Santarcangelo di Romagna nel 1920. Un'infanzia con le strade di terra battuta e le siepi con piccoli uccelli. Ho studiato al mio paese, a Forlimpopoli e a Urbino dove c'erano dei professori eccezionali. Mia madre era analfabeta. Le ho insegnato a scrivere. Ho letto il suo testamento nella casupola sulla sponda del fiume Uso, dove eravamo sfollati al tempo del fronte. Così era scritto sul foglio nascosto nell'astuccio di cartone dei suoi occhiali da vista: «Lasio tutti i miei beni a mio marito da fare tutto quello che vole»”: così scrive di sé nella sua autobiografia. Da aggiungere il periodo trascorso nel lager tedesco di Traisdorf durante il secondo conflitto mondiale: è lì che sbocciò il Tonino Guerra poeta. E sin da subito seppe che doveva esprimersi nel suo dialetto, perché quella era la voce dell’anima, la voce della poesia.
.
.
.
da I BU, Rizzoli, 1972
I BU
Andè a di acsè mi bu ch' i vaga véa,
che quèl chi à fat i à fat,
che adèss u s'èra préima se tratòur.
E' pianz e' cór ma tótt, ènca mu mè,
avdài ch'i à lavurè dal mièri d'an
e adès i à d'andè véa a tèsta basa
dri ma la córda lònga de mazèl.
I buoi
Andate a dire ai buoi che vadano via
che il loro lavoro non ci serve più
che oggi si fa prima ad arare col trattore.
E poi commoviamoci pure a pensare
alla fatica che hanno fatto per migliaia d'anni
mentre eccoli lì che se ne vanno a testa bassa
dietro la corda lunga del macello.
.
.
I SACRIFÉIZI
Se mè ò studié
l'è stè par la mi ma,
ch'la fa una cròusa invéci de su nóm.
S'a cnòss tótt al zità
ch'u i è in chèva e' mònd,
l'è stè par la mi ma, ch'la n'à viazè.
E ir a l'ò purtèda t'un cafè
a fè du pas, ch'la n' vàid bèla piò lómm.
- Mitéiv disdài. Csa vléiv! Vléiv un bignè?
I sacrifici
Se ho potuto studiare
lo devo a mia madre
che firma con una croce.
Se conosco tutte le città
che stanno in capo al mondo
è stato per mia madre, che non ha mai viaggiato.
Ieri l'ho portata in un caffè
a far due passi
perché quasi non ci vede più niente
- Sedetevi, qua. Cosa volete? Un bignè?
.
.
da IL POLVERONE, Bompiani, 1978
LA FARFÀLA
Cuntént própri cuntént
a sò stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch'i m'a liberè
in Germania
ch'a m sò mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad magnèla.
La farfalla
Contento proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando mi hanno liberato
in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
.
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Ogni volta che qualcuno mette occhi nei segreti dell'universo e diminuisce il mistero che ci circonda, fa delle crepe nella traballante costruzione per sorreggere le mie incertezze assetate di oscurità. Più dubbi ci sono e maggiori sono le possibilità di rifugio per le menti impaurite. Non butto gli occhi nei vicoli della certezza.
TONINO GUERRA, Piove sul diluvio
...allora, io non lo conoscevo e solo per mezzo della pubblicità mi stava antipatico per quella frase che mi creava/crea disappunto in quel contesto.
RispondiElimina... ho visto/letto tempo fa un articolo su di lui...interessante persona, come lo sono queste poesie.
ciaooo Vania
il fatto è che la televisione stritola tutto, ma Tonino Guerra era un personaggio davvero interessante, legato alla terra.
RispondiEliminaUna cosa che molti non sanno è che lui narrava storie anche tramite illustrazioni.
RispondiEliminaNel post dedicato a lui ne ho volute inserire alcune: http://almacattleya.blogspot.it/2012/03/rip-tonino-guerra.html
interessante, AlmaCattleya. E hai ragione, molto alla Chagall
RispondiElimina