KO UN
L’ANIMO DI UN POETA
Un poeta nasce negli spazi tra crimini,
furti, uccisioni, frodi, violenze,
nelle zone più oscure di questo mondo.
Le parole d'un poeta s'insinuano tra le
espressioni più volgari e basse,
nei quartieri più poveri della città,
e per qualche tempo dominano la società.
L'animo d'un poeta rivela il solitario grido di verità
che emana dagli spazi fra mali e bugie del suo tempo,
è un animo picchiato a morte da tutti gli altri.
L'animo d'un poeta è condannato, non v'è dubbio.
(da L’isola del canto, Lietocolle, 2009 – Traduzione di Vincenza D’Urso)
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C’è posto per la poesia, ha ancora senso la poesia in un mondo di distruzione e di morte? Sono le parole che risuonarono nella celebre Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo durante la Seconda Guerra Mondiale: “E come potevano noi cantare / Con il piede straniero sopra il cuore (…) / Alle fronde dei salici, per voto, / anche le nostre cetre erano appese, / oscillavano lievi al triste vento”. Così accadde al poeta Ko Un, che aveva vent’anni ai tempi della Guerra di Corea, che tra il giugno del 1950 e il luglio del 1953 causò tre milioni di morti e la divisione in due del paese. Questi versi sembrano negare qualsiasi fede nella poesia, ma sono solo un momentaneo annichilimento dell’animo, sono espressione stessa di poesia, come la domanda retorica posta da Quasimodo. Del resto, il Nobel siciliano, commentando proprio Alle fronde dei salici, scrisse che “Il canto è la rivelazione più profonda del sentimento dell’uomo”.
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SOLDATI AMERICANI A SEUL, SETTEMBRE 1950 © US NAVY
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LA FRASE DEL GIORNO
In guerra, la prima vittima è la verità.
GUSTAV HASFORD, Nato per uccidere
"un animo picchiato a morte da tutti gli altri"... maledetta sensibilità...
RispondiEliminagià, ma anche benedetta perché strumento in grado di comprendere la realtà
RispondiElimina...tutti sanno cantare...ma non tutti sanno dare le intonzioni sempre corrette, il Poeta deve/dovrebbe far comprendere/intonare le parole in modo corretto sempre.
RispondiEliminaciaoo Vania
credo sia quello che i poeti fanno, perché con i loro versi analizzano la realtà. Ci sono poesie scritte da Ungaretti, Gatto e Quasimodo durante le due guerre mondiali che hanno un'intensità che fa rabbrividire...
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