PAUL VERLAINE
COLOMBINA
Leandro lo sciocco,
Pierrot che con un salto
di pulce
supera il cespuglio,
Cassandro sotto
il suo cappuccio,
ed anche Arlecchino,
questa birba
così fantasiosa
dai folli costumi,
con gli occhi lucidi
sotto la maschera,
- Do, mi, sol, mi, fa, -
Tutta questa gente va
ride e canta
e danza davanti
ad una bella fanciulla
cattiva
i cui occhi astuti
come i verdi occhi
delle gatte
difendono i suoi vezzi
e dicono: "Giù
le zampe!"
- Essi vanno sempre!
Fatidico andare
degli astri,
oh, dimmi verso quali
tristi e crudeli
disastri
l’implacabile fanciulla,
svelta, sollevando
le gonne
- la rosa sul cappello -
conduce il suo branco
di sciocchi?
(da Feste galanti, 1869 – Traduzione di Renato Minore)
.
Cominciamo dal ritmo di questa poesia scelta per il Carnevale: sestine di versi brevissimi che danno il senso del ritmo di un inseguimento a tempo di musica. La genialità di un grande poeta come Paul Verlaine si manifesta a partire da questi piccoli accorgimenti che possono sembrare insignificanti, ma che in realtà costituiscono l’ossatura della poesia, che fa parte delle Feste galanti, messe in musica da Claude Debussy. E dunque ora osserviamo la scena – un fondale kitsch come poteva essere quello della Commedia dell’Arte italiana recitata nelle piazze, un reliquiario di vecchie maschere che danzano e ballano e si rincorrono: Arlecchino saltella come un fauno multicolore, Colombina sembra arrossire e stupirsi delle dichiarazioni d’amore dell’eterno innamorato Pierrot mentre in realtà è lei a guidare le danze. “Una recita continua” rileva Renato Minore “come unica possibilità del vivere e dello scrivere. (…) La simulazione è l’io che corre ai ripari, si adagia nei morbidi tratti di un paesaggio che lo rassicura, non scompare e non è insistente a dimostrare la sua volontà di potenza. (…) Verlaine ha intuito la piccola grande verità che ora è più nostra che sua: la terribile verità della finzione, della recita continuamente protratta. (…) Mima il vuoto dentro cui ognuno di noi deve continuamente ancora una volta imparare ad accostarsi alla poesia (quando essa si presenta in veste apparentemente facile), a vivere i propri sentimenti, a vincere la nostalgia e il ricatto sottile da essa instaurato”.
Buon martedì grasso…
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GEORGES BARBIER, ILLUSTRAZIONE PER LE “FESTE GALANTI”
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LA FRASE DEL GIORNO
La vostra anima è uno scelto paesaggio / incantato da maschere e da bergamasche / che suonano il liuto e danzano, quasi / tristi sotto i loro fantastici travestimenti.
PAUL VERLAINE, Feste galanti
...ci sarebbe molto da dire in questa poesia...che "consegna" la maschera.:)
RispondiEliminaciaooo Vania
talora le nostre vite sono una recita, come insegna anche Shakespeare
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