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mercoledì 4 gennaio 2012

Politicamente scorretta


LUIS ALBERTO DE CUENCA

DICHIARAZIONE DI PRINCIPI


Sii gentile, dimmi cose politicamente
scorrette. Un esempio:
che sei bionda. Un altro esempio: che l’Occidente
non ti sembra un mostro di barbarie
dedito al sordido complotto
di prendersi sulle spalle il pianeta. Un altro: che il multi-
culturalismo è un nuovo fascismo,
solo più cattivo, o che godi
a colpire un maestro o uno psicologo,
o che il Mediterraneo ti terrorizza.
Dimmi cose che portano al fuoco
direttamente, dimmi atrocità
che contestano verità assolute
come: “Non credo all’uguaglianza”. O dimmi
cose terribili come che mi ami
anche se non sono del tuo stesso sesso,
che mi ami interamente, alla follia,
per sempre, come hanno amato finora
le femmine della Terra.


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Il politically correct è una cosa che non ho mai apprezzato: è soltanto ipocrisia per lavarsi le coscienze, è un modo di esprimersi che tende a uniformarci tutti in nome di un buonismo multiculturale – altra cosa che non ho mai sopportato. Ho invece sempre gradito chi dice pane al pane e vino al vino, chi non ha timore di esprimere la propria opinione, anche quando va contro il sentire generale. In fondo, questa uniformità di sentimento non è lo scopo finale del Grande Fratello orwelliano?  Luis Alberto de Cuenca, poeta spagnolo, ex direttore della Biblioteca Nazionale e Ministro della Cultura del governo Aznar, ce l’ha proprio con il “politicamente corretto” e chiede all’amata di agire esattamente al contrario, sfidando i luoghi comuni, l’ideologia imperante nei media: in una parola le chiede di pensare con la propria testa e di amare con il cuore.
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BALTHUS, “LA PATIENCE”
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LA FRASE DEL GIORNO
La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei propri demoni.
ALAIN DE BOTTON, Esercizi d’amore




Luis Alberto de Cuenca Prado (Madrid , 29 dicembre 1950), poeta, filologo, ellenista, traduttore, saggista, editorialista, critico ed editore letterario spagnolo. La sua opera è stata definita una "poetica transculturalista": una lirica ironica ed elegante, a volte scettica, a volte disinvolta, in cui il trascendentale convive con il quotidiano.



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