ANDREA ZANZOTTO
DINTORNI NATALIZI
Natale, bambino o ragnetto o pennino
che fa radure limpide dovunque
e scompare e scomparendo appare
come candore e blu
delle pieghe montane
in soprassalti e lentezze
in fini turbamenti e più
Bambino e vuoto e campanelle e tivù
nel paesetto. Alle cinque della sera
la colonnina del meteo della farmacia
scende verso lo zero, in agonia.
Ma galleggia sul buio
con sue ciprie di specchi.
Natale mordicchia gli orecchi
glissa ad affilare altre altre radure.
Lascia le luminarie
a darsi arie
sulla piazza abbandonata
col suo presepio di agenzie bancarie.
Natali così lontani
da bloccarci occhi e mani
come dentro fatate inesistenze
dateci ancora di succhiare
degli infantili geli le nobliate essenze.
(da Sovrimpressioni, Mondadori, 2001)
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Per augurare a tutti i lettori del Canto delle Sirene un Buon Natale ho scelto – e come si poteva fare diversamente? – una poesia. È di Andrea Zanzotto, il poeta veneto scomparso a novant’anni il 18 ottobre scorso. Sono versi che confrontano il Natale dei nostri giorni con quelli della memoria, non ancora fagocitati dalla televisione, dalla modernità che riempie i nostri paesi e le nostre città di agenzie bancarie e le svuota dei piccoli negozi di alimentari. Ecco, oggi, anche solo un attimo, proviamo a pensare con la nostalgia buona ai Natali della nostra infanzia, quando ci alzavamo euforici e correvamo a guardare sotto l’albero o comunque in salotto i regali misteriosamente arrivati nella notte. Riscoprire quella gioia non può certo che farci bene, e magari mordicchiando un torrone alla fine del pranzo sorrideremo ignari per quel sapore ritrovato.
Buon Natale, amiche e amici miei! Di cuore…
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IMMAGINE © COMPUTER WALLPAPER
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LA FRASE DEL GIORNO
Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di farlo tutto l’anno.
CHARLES DICKENS, Canto di Natale
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), poeta italiano tra i più importanti del secondo Novecento. La sua poesia, che scava profondamente nella materia linguistica, è legata alle tracce e alle memorie del suo paese natio: "Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”.
...ti ho pensato stanotte alla messa...il parrocco ha citato due Poeti e ha letto una Poesia in dialetto veneto.
RispondiElimina...ciao Daniele...alle prossime Poesie.:)
Vania
grazie, Vania. È bello sentirsi definire poeta...
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