ÁNGEL GONZÁLEZ
INVENTARIO DEI LUOGHI PROPIZI ALL’AMORE
Sono pochi.
La primavera è molto prestigiosa, però
è meglio l’estate.
E anche quelle spaccature che l’autunno
crea nell’intercedere delle domeniche
in alcune città
già di per sé gialle come banane.
L’inverno cancella molti posti:
cardini di porte orientate a nord,
argini di fiumi,
panchine pubbliche.
I contrafforti esterni
delle vecchie chiese
lasciano a volte nicchie
utilizzabili anche se nevica.
Ma non inganniamoci: le basse
temperature e i venti umidi
ostacolano ogni cosa.
Le ordinanze, poi, vietano
il contatto (con eccezioni
per determinate zone epidermiche
- senza alcun interesse -
di bambini, cani e altri animali)
e il «non toccarmi, mi vergogno»
può essere letto da mille occhi.
Dove scappare, allora?
Dappertutto occhi strabici,
cornee torturate,
implacabili pupille,
retine reticenti,
vigilano, diffidano, minacciano.
Resta forse il conforto di andare solo,
di vuotare l’anima di tenerezza
e riempirla di noia e indifferenza,
in questo tempo ostile, propizio all’odio.
(da Trattato di urbanistica, 1967)
.
In questa società moderna, che guarda e osserva, che diffida di tutto e minaccia e valuta e giudica, sembra non esserci posto per luoghi dove appartarsi e abbandonarsi all’amore. Ángel González, poeta spagnolo, punta il dito contro la città, ostile e fredda, ed esprime tutta la frustrazione che prova per le meschinità, per le ferocie, per l’astio. Il sentimento si disperde, si trasforma in noia, in indifferenza, per resistere all’oscura realtà più propizia all’odio che all’amore.
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WILLY RONIS, “LES AMOUREUX DE LA COLONNE BASTILLE”, 1957
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LA FRASE DEL GIORNO
L’arte è lunga, la vita invece breve come un coltello.
ÁNGEL GONZÁLEZ, Deissi in fantasma
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
...bella...e sono convinta che chi è Innamorato non "vede" questa Poesia....oppure fa finta di non vederla.:)
RispondiEliminaciaooo Vania
bisogna anche notare che la poesia è anteriore al 1968 e che molte cose sono cambiate da allora...
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