ALESSANDRO PARRONCHI
PREGHIERA DEL FARISEO
Signore ti ringrazio
che mi hai fatto superbo di natura,
o almeno tale da sembrarlo quanto
basta perché gli altri mi detestino.
Non sono certo simile a colui
che sa piegarsi (per meglio sopraffare)
e davanti ai suoi simili si annulla
(per ridurli a discrezione)...
Ma non ho fede salda e per cercarti
non so far altro che guardare il cielo
come l'uomo primitivo. Ma non provo
desiderio di te né nostalgia.
Solo un senso di vuoto, che mi colma
questo cielo di Roma che sugli orti
della Lungara imporpora
traversato dai voli dei migratori
fulmini bruni a sbalzi nella sera.
Signore, chi ti cerca
che altro può fare che guardare il cielo?
Un cielo ormai corrotto
eppure ancora a tua immagine fatto
lo si pensa, e il vederlo ci rasserena.
Gli altri, il prossimo mio,
si sospingono, si urtano, si ignorano
o si cercano solo per uccidersi.
Questo abisso facci risalire
a poco a poco verso la sorpresa
di scoprirsi fratelli,
per uscire dall'io piccolo, ignoto,
per svegliarsi nel caldo di un abbraccio.
(da Climax, Garzanti, 1990)
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Il fariseo, nell’accezione cristiana mutuata dai Vangeli, da adepto di una setta religiosa che faceva della stretta osservanza della legge il suo cardine si è trasformato in una persona cattedratica, ipocrita, che guarda più alla forma delle proprie azioni e di quelle degli altri piuttosto che alla loro sostanza. (“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle” Matteo, 23,23). Alessandro Parronchi prova a dare voce alla preghiera di uno di essi, modernamente inteso, umanizzandolo e in certo senso giustificandone la posizione.
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FOTOGRAFIA © DELHIIT SOLUTIONS
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LA FRASE DEL GIORNO
I farisei e gli scribi hanno ricevuto le chiavi della conoscenza, ma essi le hanno nascoste: non hanno saputo entrare essi stessi, né hanno lasciato entrare quelli che lo desideravano.
VANGELO DI TOMMASO
Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.
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