ATTILIO ZANICHELLI
DIARIO
Sapete di cosa io vi parlo?
No, non sapete, forse di un ricordo
con la mano sotto il mento,
mano indurita di ghiaccio, rado
cane che singhiozza nel mio occhio.
Devo comunque intrattenervi,
poco visitatori qualche volta
ai detriti della mia carne, poco
chiarezza di cosa sia portare un peso
nel letto d'acqua della vita.
Mi piego come sulle scale si piega il malato
o l'ospite davanti la porta.
Dirvi il significato estremo, lo so.
Ma voi, davanti ai cancelli
serali dell'arrugginito giorno.
(da Una cosa sublime, Einaudi, 1982)
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Poesia oscura questa del parmigiano Attilio Zanichelli, compositore e drammaturgo: è il diario di un poeta, “Devo comunque intrattenervi” non è altro che l’urgenza della poesia, la sua necessità ed è secondo me la frase centrale del componimento. Raccontare la propria vita, la propria dolente esperienza, quella ricerca continua che non ha un sicuro esito, esprimerla per mezzo dei versi come un fotografo che cerchi attraverso la realtà di cogliere l’essenza stessa del mondo, il messaggio celato. E noi lettori di poesie, lì, davanti al tramonto, a farci condurre per mano, a chiedere di essere resi partecipi di questo recondito segreto.
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Rob Gonsalves, “Mondi scritti”
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--------------------------------------------------------------------------------------------------------LA FRASE DEL GIORNO
È questo il gioco / cui attendo da sempre, la foglia che ricade / di amore sopra la tenera vita, ma non è fuga / dalla vita la poesia che arde nella tua anima!
ATTILIO ZANICHELLI, Una cosa sublime
Forte metafora, anche un po' terragna, da buon parmigiano d'antan.
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