JORGE EDUARDO EIELSON
QUALCUNO DICE
Qualcuno dice
Che nella notte dello sputnik
E del personal computer
I veri poeti
Non scrivono più
Ma pensano soltanto
Avanzano senza intoppi
Fra la materia e il nulla
Attraversano cifre e galassie
Che magari non esistono
Intanto io
Scrivo solamente
Solamente scrivo
Altri dicono
Che i veri poeti
Si occupano dell'amore
Della primavera e della morte
Io solamente scrivo
Scrivo solamente
Ogni cosa è parola per me
Parole scintillanti sono i giorni
Parole il mio cuore e le mie costole
E i diecimila oggetti
Scarpe sedie e bottiglie
Che come lupi m'assediano
Parole soltanto
E le diecimila coppie
Che sulla terra si accoppiano
Come fossero volatili o pesci
Parole soltanto
Perché la poesia
Che ora muove la mia mano
Muove pure migliaia
E migliaia di comete
Come fossero cerini
Non dice nulla la poesia
Che ormai non canta né sorride
Né singhiozza in mezzo ai fiori
Ma semplicemente tace
Dentro il calamaio
Cosa potrei accostare
A così tanto silenzio
Se non silenzio
Ancora silenzio
Soltanto silenzio?
(da De materia verbalis, 1958)
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Qualcuno dice che i veri poeti non scrivono più. Qualcuno dice che non c’è spazio per la poesia, che ormai è superata. Qualcuno dice – e ci crede pure – che la poesia sono le canzoni e gli SMS, che la poesia sono il rap e i messaggi scritti sui muri. Ma noi che sappiamo dove si nasconde la poesia e magari ci intristiamo nel vedere lo spazio dedicato ad essa nelle librerie, così esiguo rispetto a quello dei gialli o dei romanzi erotici, della pseudo-cultura dei comici televisivi o dei romanzi rosa, noi che quando leggiamo dei bei versi restiamo immobili con lo sguardo perso come se un ipnotizzatore avesse soggiogato la nostra volontà, noi sappiamo che la poesia è viva, che la poesia è ovunque, nell’amore e nel dolore, nella società odierna e dentro le nostre case, in un fiore che sboccia e in un altro che appassisce. Per questo scriviamo e leggiamo, per questo ascoltiamo il suo silenzio gridare, come Jorge Eduardo Eielson, poeta peruviano nato a Lima nel 1924 e vissuto per decenni a Milano, fino al 2006, anno della sua scomparsa.
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Jorge Eduardo Eielson, "Senza titolo", 1945
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LA FRASE DEL GIORNO
Vetusti aggettivi e verbi / Che nessuno ormai adotta / Che migliaia di anni fa / Erano forse stelle / Divenuti ormai parole / Battiti virgole e punti / Forse poesia.
JORGE EDUARDO EIELSON, De materia verbalis
...molto delicata la poesia..pure la foto che hai inserito.
RispondiEliminaciao Vania