FRANCIS JAMMES
EPIFANIA
“Non ho come i Magi
che sono ritratti nelle immagini
dell'oro da donarti”.
“Dammi la tua povertà”.
“Non ho nemmeno, Signore,
la mirra dal buon profumo
e neppure l'incenso in tuo onore”.
“Figlio mio, dammi il tuo cuore”.
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L’Epifania viene identificata come la festa della Befana, la vecchietta che porta i regali ai bambini buoni e il carbone a quelli cattivi. In realtà i protagonisti della giornata sono i Magi, questi personaggi affascinanti che riconoscono la divinità attraverso le loro scienze. E oggi in molte città si celebrano cortei con i tre saggi (in realtà il numero non è fissato nei Vangeli, e c’è anche la bella leggenda cristiano-ortodossa del quarto mago, di cui ho parlato due anni fa); alcune parrocchie si spingono più in là e organizzano la festa delle genti, dove sono gli stranieri – i Magi del tempo moderno - ad essere riveriti e festeggiati con un pranzo di accoglienza.
La poesia di Francis Jammes, simbolista minore francese molto ammirato da Guido Gozzano per la sua semplicità e l’abilità di descrivere i gesti quotidiani – minimalismo si direbbe oggi – si concentra sul dono. Davanti al Bambino, come il quarto mago ortodosso, crede di presentarsi a mani vuote: invece ha dei regali ben più preziosi dell’oro, dell’incenso e della mirra: l’umiltà e l’amore.
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José Esteban Murillo, “Adorazione dei Magi”
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LA FRASE DEL GIORNO
E all’improvviso / la fiamma della vita vacilla nella mente.
MARIO LUZI, Onore del vero, “Epifania”
Saperle trovare sempre le parole giuste! E ci fosse sul serio più "amore" nel mondo!
RispondiEliminaL'amore salverà il mondo, si diceva una volta. Ci spero ancora, ma la vedo molto dura ogni giorno di più.
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