DINO BUZZATI
PER GIUDICARE LE POESIE
C’è un sistema semplicissimo e pratico per stabilire se una poesia è vera poesia: leggetela distrattamente, meccanicamente, senza il minimo sforzo, addirittura pensando ad altro. Se è poesia di quella buona, state pur certi che qualcosa vi entrerà nel cervello, vi toccherà come una punta. Perché la grande poesia contiene una carica di vita che basta toccarla inavvertitamente per ricevere una scossa. Naturalmente, per una totale comprensione, occorrerà in seguito starci su, leggerla e rileggerla. Ma una sommaria identificazione è facilissima. Come succede per i violinisti, che bastano quattro note per capire se sono grandi o no (mentre i pianisti sono un po’ come i prosatori, prima di esprimere un giudizio, bisogna starli ad ascoltare lungamente e poi pensarci su tre volte).
(da In quel preciso momento, Mondadori, 1963)
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Ci sono poesie che salgono e altre che invece non decollano. Umberto Saba diceva che i versi sono come bolle di sapone: alcune volano su e si elevano verso il cielo, altre invece scoppiano subito o si schiantano a terra. C’è poesia che la critica considera – chissà poi secondo quali insondabili giudizi – minore e la poesia dei Vati. C’è la poesia di strada e la poesia amatoriale, la poesia declamata dalla voce dei grandi attori e quella letta negli happening delle librerie. Ma ogni poesia noi la sentiamo “a pelle”, ne comprendiamo la grandezza già dalla prima lettura: ha ragione Dino Buzzati, che propone questo suo personalissimo metodo per riconoscerla. Siamo in grado di provare un’emozione, e questo è il segno che una poesia ha colto il bersaglio.
Certo, sembra un po’ superficiale il metodo di Buzzati, ma non è peregrino. In fondo lo usa anche il Nobel messicano Octavio Paz: “Capire una poesia vuol dire, in primo luogo, udirne il suono”.
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Olga Cassatt, “Ragazza che legge”
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LA FRASE DEL GIORNO
Aperto o chiuso, il testo esige l’abolizione del poeta che lo scrive e la nascita del poeta che lo legge.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna
Dino Buzzati, all'anagrafe Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972), scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo e poeta italiano. Fu cronista e redattore del Corriere della Sera. Autore di romanzi e racconti surreali e realistico-magici, è celebre per Il deserto dei Tartari.
Mi ritrovo...
RispondiElimina...io...che sono un po' "torda" le devo rileggere...:)) comuque è vero quello che è scritto.
RispondiEliminaciaoo Vania
È un buon metodo: perché la poesia è anche musica. Ed è per lo stesso motivo che le canzoni non sono poesia...
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