ENRIQUE GRACIA TRINIDAD
MOTIVI PER SCRIVERE
A Juan Van-Halen
in cui non ci saremo per nessuno,
e nel più favorevole dei casi
saremo una maschera incipriata
che imbelletta i libri di una qualche libreria.
Scrivere per un secolo, se arriva,
meno oscuro e ottuso di questo secolo.
Lasciare impressa la memoria:
carta, dischetti, vetro, ceramica smaltata,
ambra, quarzo o molecole di gas.
Far sì che le parole navighino al futuro
come se fossero barche di carta
sopravvissute al loro naufragio.
Scrivere se qualcuno, un qualche giorno,
avrà il medesimo dolore al cuore
o proverà una gioia di tal fatta.
(da Sempre tempo, 1997 – Traduzione di Gloria Bazzocchi)
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“Perché scriviamo?” si domanda il poeta spagnolo Enrique Gracia Trinidad. Perché? Proprio lui che nei suoi aforismi chiosa “La poesia sarebbe sublime se noi poeti non ci ostinassimo a scriverla”. Evidentemente qualcosa ci spinge a compiere quel passo, a lasciare una traccia visibile, come la luce delle stelle che, emanata secoli fa, giunge a noi avanti nel tempo. La fama, la gloria, la testimonianza del nostro transito su questo pianeta. O ancora un segnale da lasciare ai posteri, una lezione antropologica di quello che è il mondo, di come siamo noi, di come ci comportiamo riguardo all’amore, a Dio, alla parola, alla libertà. Racchiudere questo nostro lascito in supporti che resistano al tempo: libri, cd, dischi fissi, chiavette USB, bytes che viaggiano per l’oceano della Rete.
Perché scriviamo? La vera risposta è nella terzina finale: scriviamo per condividere la nostra umanità, per rendere partecipi gli altri che le loro emozioni sono le nostre, che tutti viviamo la stessa vita.
Fotografia © Filipe Oliveira
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita non è altro che quel che qui cantiamo.
ENRIQUE GRACIA TRINIDAD, Sempre tempo
...commovente questo post.
RispondiElimina..sai ieri parlavo con mia mamma...come si conoscono poco le persone che ci sono vicine...basterebbe..."leggere" con attenzione qualche parola scritta.(avvenimenti)
ciao Vania
la parola è nata nella notte dei tempi, la scrittura è di 5000 anni fa: rivela l'ossessione umana di tramandare le vicende
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