VITTORIO SERENI
NON SA PIÙ NULLA, È ALTO SULLE ALI
Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l'Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.
Ho risposto nel sonno: – È il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d'angeli, è la mia
sola musica e mi basta.
(da Diario d’Algeria, 1947)
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Il 6 giugno 1944 avveniva lo sbarco alleato in Normandia, che avrebbe cambiato le sorti della Seconda Guerra Mondiale, ricacciando le truppe di Hitler verso la Germania e indirizzando il risultato del conflitto. Il poeta Vittorio Sereni, che aveva combattuto in Grecia ed era caduto prigioniero degli americani in Sicilia nel 1943, si trova in Algeria, prigioniero nel campo ospedale 127 di Saint-Cloud. È lì che lo raggiunge la notizia dello sbarco: l’inquietudine esistenziale che lo ha caratterizzato si estende con la guerra a popoli interi, diventa dramma di un’intera comunità, del mondo stesso. Il simulacro del primo soldato caduto sulla spiaggia di Dunkerque (inglese? americano? neozelandese?) diventa tramite non solo della speranza che l’attacco porti alla liberazione dall’invasore e alla fine della guerra ma anche della presa di coscienza ancora una volta della propria situazione: la reclusione non è esclusivamente quella fisica, connotata dal fischiare del vento tra le tende, ma è un’impotenza a modificare la storia, a intervenire sulla realtà esistenziale, ridotta al perimetro della propria tenda, all’angoscia della propria vita. Quando la guerra sarà finita, più ampio sarà il campo di prigionia – la realtà - ma si tratterà pur sempre di una reclusione.
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FOTOGRAFIA © US ARMY
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LA FRASE DEL GIORNO
Europa Europa che mi guardi / scendere inerme e assorto in un mio / esile mito tra le schiere dei bruti, / sono un tuo figlio in fuga che non sa / nemico se non la propria tristezza.
VITTORIO SERENI, Diario d’Algeria
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
ADRIANO PARRACCIANI tramite FACEBOOK:
RispondiEliminaAmmetto che anche a me viene facile apprezzare questo post visto che da anni mi appassiono alla vicenda del D-DAY. Se posso dare il mio contributo, aggiungerei che il primo soldato alleato a morire quel giorno fu il tenente Den Brotheridge. Comdandante di un plotone britannico. Quella notte atterrò con un aliante nelle vicinanze di Caen; il suo compito era conquistare un ponte girevole poco distante. Fu colpito a morte da Helmut Romer, soldato tedesco di sentinella al ponte di appena diciassette anni, colpito a morte a sua volta. Erano le 00.16 del 06-06-44; loro furono i primi due morti del D-DAY, almeno secondo Stephen Ambrose