La vergogna è il turbamento causato dal pensiero del disonore, un sentimento che va dal senso di colpa all’imbarazzo causato dal pudore violato. Be’, se guardiamo certi comportamenti in televisione, sulle spiagge, in discoteca, in città… praticamente ovunque, sembra che di vergogna non ce ne sia poi in giro molta. Eppure dovrebbe essere un sentimento innato, senza raggiungere gli eccessi di Virginia (nomen omen) che non si lascia salvare dall’annegamento per non mostrarsi nuda ai soccorritori: “Un marinaio nudo / tenta svestirla e seco darsi all’onda; / si rifiuta Virginia pudibonda” recitano i versi di Guido Gozzano.
Vergognarsi è in un certo modo ammettere di avere sbagliato, considerare di avere violato la morale, l’etica, il diritto naturale: “I rei di qualche misfatto non sono mai spregevoli come quando non se ne vergognano e quindi non se ne scolpano” dice il commediografo latino Plauto nell’Aulularia. I suicidi succeduti alle indagini di “Mani pulite” nei primi Anni ‘90 fanno parte di questo filone, le fughe ad Hammamet no… Del resto, come recita un celebre aforisma tratto da “Uomo e superuomo” di George Bernard Shaw,“Una persona è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna”.
E come si manifesta la vergogna? Attraverso il rossore, lo sguardo basso, gli occhi fuggevoli, talvolta le lacrime: sono sintomi di un malessere, di una situazione in cui non ci si trova a proprio agio. “Bello è il rossore, ma è incommodo qualche volta” è una battuta di una commedia di Carlo Goldoni, “La Pamela”. E ci ammonisce Jean-Jacques Rousseau nell’Emilio: “Chi arrossisce è già colpevole; la vera innocenza non ha paura di nulla”. Sono parole del Settecento e sembrano alquanto datate a noi che viviamo in questo XXI secolo, avvezzi a politici dalla faccia di bronzo, ai “senza vergogna” del “Grande Fratello”, di “Striscia la notizia”, delle “Iene”, dell’”Isola dei famosi”, alle ballerine scosciate dei giochi a quiz, alle presentatrici con minigonna inguinale e décolleté ombelicale…
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LA FRASE DEL GIORNO
Provo vergogna, quindi esisto.
VLADIMIR S. SOLOV’ËV, La giustificazione del bene
A ME PIACCIONO LE PERSONE CHE MANIFESTANO ED AMMETTONO IL PROPRIO IMBARAZZO, VERGOGNA. LO SCRISSI ALL'INIZIO DI QUESTA MIA NOTA, ciao Nidia
RispondiEliminaMi piacciono le persone
che arrossiscono
che hanno dubbi
che ascoltano
che rispondono con parole loro
che non dicono niente se non serve.
Mi piacciono le persone
un po’ fuori moda
un po’ sopra le righe
che non recitano
che non si raccontano
che non si impongono.
Mi piacciono le persone
che amano viaggiare (per davvero e con la fantasia)
che trattano con lo stesso garbo il cameriere e l’ambasciatore
che non ti scelgono per le parentele che hai, la gente che frequenti, il foulard che indossi
che ti fanno un complimento senza rendersene conto
che ti confondono con un sorriso.
Piacciono anche a me... ma forse sono (siamo) fuori moda
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