“Al figlio Tito che gli rimproverava di aver avuto l’idea di porre una tassa persino sull’orina, mise sotto il naso la prima somma proveniente da quell’imposta, chiedendogli «Sei offeso dall’odore?» E rispondendogli Tito negativamente, riprese: «Eppure viene dall’orina!»”. Da questo celebre passo di Svetonio deriva la fama di Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano nato a Rieti duemila anni fa, il 17 novembre del 9 dopo Cristo.
Pochi ricordano che questo sabino di modeste origini combatté in Britannia tra il 43 e il 47 e portò la guerra in Giudea tra il 67 e il 69 e che, divenuto imperatore dapprima contro Vitellio, poi con il beneplacito del Senato, riuscì a sedare la guerra civile, a rafforzare le frontiere e a dare il via ai lavori del Colosseo, il cui vero nome è Anfiteatro Flavio. Ma tutti conoscono questa storiella delle latrine, che ha portato addirittura a dare il nome di “vespasiano” al gabinetto pubblico. La storia sa davvero essere beffarda…
Vespasiano fu per un certo verso uno speculatore edilizio: aveva un accento insopportabile e non conosceva bene la grammatica, ma sapeva come fare soldi – le tasse, il saccheggio di Gerusalemme – e aggirare il Senato. “Pecunia non olet”, il denaro non puzza, fu il suo motto. Così, forse per elevarsi dalle umili origini, amava l’arte e l’insegnamento: diffuse la pubblica istruzione, affidando al retore Quintiliano un posto di grande prestigio; allargò il potere ai ceti medio-bassi, elevando piccoli imprenditori, burocrati, affaristi, esattori. Il fatto è che la dissennata gestione di Nerone aveva lasciato un enorme debito pubblico nella Roma imperiale. Sembra quasi una ripicca la costruzione del Colosseo sui resti della Domus Aurea neroniana: un grande edificio dove si sarebbero messi in scena spettacoli per la plebe. Ma Vespasiano diede il via a un progetto che ridisegnò l’Urbe e che la sua dinastia, i Flavi, proseguirono: il Palatino, il Tempio della Pace, il Campidoglio, il Campo Marzio nacquero allora.
Vespasiano, violento e poco democratico, riuscì a risollevare le sorti finanziarie di Roma e a costituire la sua dinastia: alla sua morte, avvenuta alle terme di Cutilie, in Sabina, nel 79, gli successe Tito, che avrebbe portato avanti l’imponente programma delle opere pubbliche.
Busto di Vespasiano (Mosca, Museo Pushkin)
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Il bisogno innalzò i troni, le scienze e le arti li hanno consolidati.
JEAN-JACQUES ROUSSEAU, Discorso sulle scienze e sulle arti
Molto interessante Daniele.
RispondiEliminaSì, la storia sa sempre stupire. Vespasiano ricorda molti personaggi del mondo politico odierno...
RispondiElimina