“Il collezionismo, oggi divenuto malattia sociale di massa, manifesta una particolare ossessione del tempo, è il tentativo di salvare dal suo flusso inesorabile qualcosa” scriveva Marco Belpoliti nei suoi “Minima” sulla “Stampa” il 15 settembre del 2008. In effetti ogni collezione è un diario: come annotiamo qualcosa sulla pagina bianca di un’agenda, allo stesso modo ci comportiamo quando incrementiamo la nostra raccolta: quando inseriamo una moneta nell’album o un francobollo nella sua taschina, quando a un mercatino acquistiamo un’immaginetta o una cartolina, fissiamo un’emozione, un sentimento, trasformiamo l’oggetto in un punto della nostra vita.
È proprio quello che racconta una “collezionista di professione”, Annette Messager, a Italo Calvino in “Collezione di sabbia”, articolo sul “Corriere della sera” del 25 giugno 1974, poi incluso nell’omonima raccolta: “Cerco di possedere e d’appropriarmi della vita e degli avvenimenti di cui vengo a conoscenza. Per tutta la giornata io sfoglio, raccolgo, metto in ordine, classifico, setaccio, e riduco il tutto nella forma di tanti album da collezione. Queste collezioni diventano allora la mia stessa vita illustrata”. Per la cronaca, la signora Messager catalogava nomi e oggetti in album dalla copertina di cartone: “Gli uomini che mi piacciono”, “Le donne che ammiro”, “I miei disegni infantili”, “Le carte che involgevano le arance che ho mangiato”…
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BANCONOTE
MONETE
FRANCOBOLLI
SABBIA
LATTINE DI BIRRA
SORPRESINE KINDER
CAPSULE SPUMANTI
Fotografie da Pexels e Pinterest
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LA FRASE DEL GIORNO
Il fascino d’una collezione sta in quel tanto che rivela e in quel tanto che nasconde della spinta segreta che ha portato a crearla.
ITALO CALVINO, Collezione di sabbia
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