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venerdì 14 agosto 2009

Tango!

 

JORGE LUIS BORGES

IL TANGO

Dove saranno? chiede l'elegia
Di quelli che non sono, come se
Vi fosse una ragione dove l'Ieri
Potesse essere Oggi, Ancora e Sempre.

Dove saranno (io ripeto) i teppisti
Che fondarono in polverose strade
Di terra o in dimenticati villaggi
La setta del coltello e del coraggio?

Dove saranno quelli che passarono
Lasciando all'epopea un episodio,
Una favola al tempo, e che senz'odio,
Senza guadagno o amore si assalirono?

Li cerco nella leggenda, nell'ultima
Brace che, a modo d'una vaga rosa,
Serba qualcosa di quei coraggiosi
Dei Corrales e di Balvanera.

Quali vicoli oscuri o che deserto
Nell'altro mondo abiterà la dura
Ombra di quegli ch'era un'ombra oscura,
Juan Muraña, il coltello di Palermo?

E quell'Iberra fatale (che i santi
Lo perdonino) che ammazzò su un ponte
Il Ñato suo fratello, che ne aveva
Uccisi più di lui, saldando i conti?

Una mitologia di pugnali
Lentamente si annulla nell'oblio;
Una canzone di gesta s'è persa
In sordide notizie poliziesche.

Un'altra brace, incandescente rosa,
E' nella cenere che li tramanda;
Son lì i superbi gli accoltellatori
E il peso della daga silenziosa.

Benché la daga ostile o un'altra lama,
Il tempo, li abbiano spenti nel fango,
Oggi, di là dal tempo e dall'infausta
Morte, quei morti vivono nel tango.

Nella musica stanno, nelle corde
Della chitarra dal suono ostinato
Che trama nella milonga felice
La festa e l'innocenza del coraggio.

Gira nel vuoto la dorata ruota
Di cavalli e leoni, e odo l'eco
Dei vecchi tanghi di Arolas e Greco
Che vidi già ballare sulla strada

In un istante che emerge isolato,
Senza prima né poi, contro l'oblio,
Ed ha il sapore di ciò ch'è perduto,
Di quanto è stato perso e ritrovato.

In quegli accordi sono antiche cose:
L'altro cortile e l'intravista pergola
(Dietro le sue pareti sospettose
Il Sud serba un pugnale e una chitarra).

Questa raffica o sortilegio, il tango,
Gli affaticati anni sfida; e l'uomo,
Fatto di polvere e di tempo, dura
Meno della leggera melodia

Che è solo tempo. Il tango crea un confuso
Irreale passato, forse vero,
Un assurdo ricordo d'esser morto,
Battendomi, a un cantone del sobborgo.

(da Fervore di Buenos Aires, 1923)


Il tango è prossimo a essere proclamato “patrimonio mondiale dell’umanità” dall’UNESCO. Il classico ballo sudamericano, presentato dalle città di Buenos Aires e Montevideo al comitato di esperti , ha passato la prima selezione. Ora si attende che la riunione di fine settembre ad Abu Dhabi dia il responso. Un primo risultato positivo è stato quello di mettere d’accordo Argentina e Uruguay: entrambi rivendicano di essere la culla del tango. “Che la cultura serva come linguaggio, che la cultura serva come strumento d’intesa, è per noi molto importante” ha sottolineato il ministro argentino della Cultura, Hernán Lombardi, fiducioso che la dichiarazione dell’UNESCO possa portare turismo in Argentina. La notizia è stata data alla presentazione del Festival y Mundial de Baile de Tango, che si tiene da oggi al 31 agosto a Buenos Aires: 500 ballerini di spicco parteciperanno alla gara.

Il tango non è un semplice ballo: è pura passione, uno stato di vita che fonde il sangre caliente dei latini con la nostalgia di quelle terre lontane. I testi stessi dei tanghi assurgono a poesie, i ballerini sono già arte con la loro sensualità, con i loro vestiti e le loro scarpe. Jorge Luis Borges ne fu un cantore appassionato, come si può apprezzare in questi versi.

 

 

FABIAN PEREZ, “TANGO”

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è un tango e se scivoli, continua a ballare.
PROVERBIO ARGENTINO

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