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lunedì 17 agosto 2009

Kind of blue

Mezzo secolo. È il tempo trascorso dall'uscita di un album che ha cambiato la storia del jazz e della musica: “Kind of blue” di Miles Davis usciva il 17 agosto 1959. Da allora ha venduto oltre quattro milioni di copie. Con il grande trombettista avevano suonato il sassofonista John Coltrane e il contrabbassista Paul Chambers, già suoi collaboratori nel fortunato “Round about midnight” del 1955. A questi aveva aggiunto il sax alto di Julian “Cannonball” Adderley, la batteria di Jimmy Comb e il piano dell'unico bianco del gruppo, Bill Evans. Ad uno dei brani, “Freddie Freloader” partecipò anche un altro pianista, Wynton Kelly.




E pensare che il trentatreenne Miles Davis si presentò in sala d'incisione con solo qualche abbozzo dei brani che intendeva registrare: gli furono sufficienti solo dieci ore, divise in due sessioni il 2 marzo e il 22 aprile di quell'anno, per realizzare questa pietra miliare. Lo studio era quello della Columbia, nella Trentesima Strada di New York, sorto sui resti di una chiesa armena: l'acustica era resa eccezionale dalle pareti di legno. Ma a rendere memorabile il disco furono la bravura e l'abilità dei musicisti: incisero una sola volta ciascuno dei cinque brani inseriti nell'album, fatto inusuale anche per quel periodo. L'improvvisazione e la sperimentazione erano ben note alla band di Miles Davis, che aveva praticato la musica modale, quella cioè basata sulle scale, già nella colonna sonora di “Ascensore per il patibolo” di Louis Malle nel 1957 e in “Milestones” nel 1958.

“Kind of blue” è divenuto quello che viene comunemente definito “un disco di riferimento”: i cinque brani non rappresentano una semplice successione di canzoni, ma un vero e proprio viaggio sonoro. In breve si pose come un punto da cui partire per fare nuova musica: vi si ispirarono anche i Beatles per “Sgt. Pepper's”.

  

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LA FRASE DEL GIORNO
Cos'è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai!   
LOUIS ARMSTRONG

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