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venerdì 31 luglio 2009

Appio Claudio Cieco

Agli albori della letteratura latina, dopo le anonime iscrizioni epigrafiche, i canti religiosi e le dodici tavole del diritto romano, la prima personalità compare nel III secolo a.C.: Appio Claudio Cieco, censore nel 312 e console nel 307 e nel 296, proveniente da una orgogliosa famiglia patrizia, fece costruire il primo acquedotto e la via che porta il suo nome, la Appia, per avvicinare Roma al mondo greco-italiota.

Di Appio ci restano solo alcune massime che denotano sentimenti liberali ed equilibrio orale, in spregio della sfrontatezza e della prepotenza. Perduta è un'orazione contro Pirro, molto famosa nel mondo antico, di cui Ennio testimoniò la violenza della requisitoria e la passione per la libertà del suolo romano dall'invasore.

 

MASSIME DI APPIO CLAUDIO CIECO:

Occorre conservare un animo equilibrato perché la tracotanza non generi frode e violenza.

(citata da Festo, in "De significatione verborum")

Quando vedi un amico, dimentichi le amarezze.

(citata da Prisciano, in "Institutio de arte grammatica")

Ciascuno è artefice della propria fortuna.

(citata da Sallustio, in "Epistulae ad Cesarem")

 



 

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LA FRASE DEL GIORNO
Per imparare bisogna essere umili. Ma la vita è la grande maestra.
JAMES JOYCE, Ulisse




Appio Claudio Cieco (Roma, 350 a.C. – 271 a.C.), politico, letterato e militare romano, nato di nobili origini in quanto membro dell'antica gens Claudia. Ardito innovatore in politica, è il primo degli antichi personaggi romani la cui personalità si stacchi nettamente sullo sfondo della tradizione. Egli era considerato anche come il primo antico prosatore latino.


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