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sabato 27 giugno 2009

Cicerone, clemenza e severità

Non bisogna dare ascolto a coloro i quali credono che dobbiamo adirarci fieramente coi nostri nemici e anzi vedono appunto nell'adirarsi il carattere distintivo dell'uomo magnanimo e forte: no, la virtù più bella, la virtù più degna di un uomo grande e nobile è la mitezza e la clemenza. Negli Stati liberi ove regna l'eguaglianza del diritto bisogna anche dare prova di una certa arrendevolezza e di quella che è solita chiamarsi padronanza di sé per non incorrere nella taccia di inutile e odiosa scontrosità se ci accada di adirarci con importuni visitatori o con sfrontati sollecitatori. E tuttavia la mite e mansueta clemenza merita lode solo a patto che per il bene superiore dello Stato si adoperi anche la severità senza la quale nessun governo è possibile. Ogni punizione e ogni rimprovero però devono essere privi di offesa e mirare non alla soddisfazione di colui che punisce o rimprovera ma solo al vantaggio dello Stato.
Bisogna anche badare che la pena non sia maggiore della colpa e non avvenga che per le medesime ragioni alcuni siano duramente colpiti altri neppure richiamati al dovere. Soprattutto è da evitare la collera nell'atto stesso del punire: chi si accinge al castigo in preda alla collera non terrà mai quella giusta via di mezzo che corre fra il troppo e il poco via che piace tanto ai Peripatetici e piace a ragione solo che poi non dovrebbero lodare l'ira dicendo che essa è un utile dono della natura. No l'ira è da tenere lontana in tutte le cose e bisogna far voti che i reggitori dello Stato assomiglino alle leggi le quali sono spinte a punire non per impeto d'ira ma per dovere di giustizia.

Questa è la traduzione della versione assegnata ieri ai licei classici per l’esame di maturità. Cicerone, sulle questioni morali, è sempre un grande. Queste parole, tratte dal “De officiis”, associate alla fase politica che stiamo vivendo, fanno riflettere: pensateci su un attimo e vedrete che la moderazione cui invita Cicerone oggi è una parola vana, ci si colpisce a randellate con ira e rabbia, si tratta l’avversario come un odioso nemico, i colpi bassi sono all’ordine del giorno, così come gli insulti e gli attacchi personali.

Quanto al “bene superiore dello Stato”, be’, sembra un di più. Tutti si scannano sulle veline e sulle escort e lasciano passare nel dimenticatoio la crisi economica. La Commedia dell’Arte, al confronto dei nostri politici (politicanti?) era robetta…


Marco Tullio Cicerone (dal web)


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LA FRASE DEL GIORNO
Il saggio stesso formula spesso opinioni su ciò che non conosce, non di rado è in preda alla collera, cede alle preghiere e si calma, corregge talora – se così è meglio – le sue affermazioni e talora cambia parere; tutte le virtù sono temperate dal giusto mezzo.
CICERONE, In difesa di Murena




Marco Tullio Cicerone (Arpino, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.), avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano. Grande ammiratore della cultura greca, attraverso la sua opera i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia greca. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina, vi fu la creazione di un lessico filosofico latino.


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