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sabato 18 aprile 2009

Tic linguistici

I tic linguistici sono caratteristica del linguaggio parlato: sono parole che non dicono nulla e infarciscono il discorso quotidiano come dei ritornelli, dei rassicuranti mantra. E ora sono oggetto di un pamphlet del critico letterario Filippo La Porta, edito da Gaffi, intitolato non a caso "È un problema tuo".
Partiamo proprio da qui: "è un problema tuo" penso che risuoni molto spesso in quei finti talk-show del pomeriggio dove c'è gente che si scanna o finge di scannarsi a parole dibattendo di un argomento (finto) che si basa su fondamenta d'argilla. Così come "non c'è problema" e una foresta di "un attimino". Diffusissimo, ma anch'esso di ambito televisivo è "esatto" usato invece di sì. Siamo tutti concorrenti dell'«Eredità» e di «Chi vuol essere milionario?». Anche "assolutamente" ha il suo largo bacino: ma "assolutamente sì" o "assolutamente no"?


"Niente..."
rende bene l'idea di cosa sia un tic linguistico, appare improvviso e quasi automatico all'inizio di una frase: "Niente... mi sono fratturato l'omero". È un minimizzare, un rassicurare che alla fine può avere l'effetto opposto. Ugualmente "in qualche modo" serve a esprimere una sospensione di giudizio, un incensamento del genio italico (Italia, terra del "malgrado" titolò "Time" negli Anni '90): capita spesso ai telecronisti di dire che un difensore "rinvia la palla in qualche modo", mentre in realtà non ha fatto altro che calciarla lontano in un solo modo, alla "vivailparroco".

Il gergo ci mette del suo: il romanesco "mi rimbalza" sembra un po' in disgrazia, resiste invece "non me ne può fregare di meno", "alla grande" va ancora... alla grande. Si registra la novità del "tuttaposto", frequente soprattutto nei social network e nei blog. "Tipo che..." congela una decisione in un'ipotesi, come se non si fosse tanto sicuri della proposta o si vivesse ancora nel mondo dorato dell'infanzia: "Facciamo che...". Così ora si dice "tipo che domani ci incontriamo alle cinque a Piazza Duomo..."


"Come dire?" è più subdolo, soppianta il già inutile "voglio dire" di molti film di Woody Allen e sembra lasciare intendere che la testa del parlante sia così piena di idee e di termini al punto da non riuscire a scegliere quale esporre. La Porta commenta: "Forse si è compiutamente realizzato quello che aveva predetto Flaiano quando osservò che il cretino è pieno di idee".




Immagine: Dario Frascoli


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LA FRASE DEL GIORNO
Infatti come si dice che ci sono delle donne disadorne, che da ciò ricavano pregio, così questa maniera del parlare tenue, sebbene disadorno, piace; e in entrambi i casi si attua un non so che per cui si determina una certa eleganza che però non dà nell'occhio.
CICERONE, Orator, LXXVIII

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