"Marz marzott fiö d'un baltrocch fiö d'una baltroca
o ch'el piöf o ch'el tira vent o ch'el fioca.
(Marzo marzotto figlio di un farfallone, figlio di una baldracca / o piove o tira vento o nevica).
La volubilità classica di marzo, mese di transizione tra due stagioni, è rappresentata in moltissimi proverbi, tanto che in italiano lo si trova spesso associato all'aggettivo "pazzerello". Un altro detto brianzolo recita infatti: "Marz pazzerell, al vet ul sû, al derva l'umbrell" (vede il sole e apre l'ombrello). Certo, più efficace è quel paragone con una donna di non specchiati costumi, leggera e mutevole. Nelle Marche si dice "Marzu pazzerellu, Pasqua cò l'ombrellu", in Salento "Marzu ete pacciu" (marzo è pazzo).
"Marz pulverent, per fà séghel e furmènt".
(Marzo polveroso, per fare segale e grano).
La saggezza contadina, basata sull'osservazione delle varie annate, così ha stabilito: marzo deve essere asciutto (polveroso e ventoso), per ottenere poi in estate un buon raccolto di cereali, in particolare i citati segale e frumento, anche perché, come attestato in Sicilia, "Marzu, centu vagna e una asciuca" ("bagna per cento ma basta uno ad asciugare", per il calore del sole). Analoghi al brianzolo il proverbio veneto: "Marso ventoso, april temperado, beato el contadin che el gà semenà" e quello abruzzese "Marz'assutte e aprile bbagnate, biate lu campagnole che ha sementate".
"A San Giüsepp fiurés ul perseghètt"
"A San Giüsepp, föra scarp e culsètt"
(A San Giuseppe fiorisce il pesco / A San Giuseppe fuori scarpe e calze)
Per assonanza con San Giuseppe, ecco due proverbi che descrivono gli effetti della primavera che comincia: "fiorisce il pesco" e si possono togliere "le scarpe e le calze". Così i veneti dicono "De San Isepo no se scalda pì el leto", ovvero non c'è più bisogno dello scaldino usato anticamente per scaldare il letto, e i cremonesi "Per San Giüzèp se smòorsa 'l muculèt" (si spegne la candela, perché le giornate si allungano).
Robert Furber, "March"
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LA FRASE DEL GIORNO
Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l'anima vedova, a mutare in piani di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie.
GESUALDO BUFALINO, Il malpensante
Ciao, bella questa pagina sui proverbi in dialetto...
RispondiEliminati segnaliamo anche:
1- Se te voeuret deventà vèecc mangia al cald e dormaal frecc.
Traduzione: Se vuoi diventare vecchio mangia al caldo e dormi al freddo.
2- Hin asseé tre o quatter donn per fa el mercàa de Saronn
Traduzione: Sono sufficienti tre o quattro donne per fare il mercato di Saronno.
3- Quand l’omm l’è padron l’è istess del can, se ‘l mord ming incoeu el mord diman
Traduzione: Quando l’uomo è padrone, è uguale al cane: se non morde oggi, morderà domani
Per vederne altri: http://www.vpervimercatese.com/2014/07/08/proverbi-detti-brianzoli-milanesi-vimercate-8327/
CIAO
ce ne sono molti di proverbi in dialetto. Questi erano quelli relativi ai mesi (ci sono tutti e dodici) :-)
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