VINCENZO CARDARELLI
MARZO
Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
ove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Tra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l'edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il greve manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
di umori campestri.
Ebbra la primavera corre nel sangue.
Vincenzo Cardarelli scrisse questa poesia il primo giorno di primavera del 1942: è una percezione che ci trasmette, quel rigoglio primaverile che non è solo della natura, ma anche delle cose, se risaltano le case e le persiane, gli antichi tronchi morti e le rovine; se ne viene travolta pure la città, che sembra quasi trasformarsi in campagna. Due cose da notare: i verbi e gli aggettivi "forti" che descrivono il risveglio della natura - effervescente, spumeggia, squillano, allegro, scossa - e quel colore verde diffuso lungo i versi: citato tre volte e altre evocato.
Tutto con la chiarezza stilistica che era caratteristica del poeta etrusco, proprio per questo molto legato al Leopardi: una misura semplice e delicata ma al contempo raffinata ed elegante, come appare anche dai limpidi versi di "Marzo".
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LA FRASE DEL GIORNO
Primavera odorata, inspiri e tenti
Questo gelido cor, questo ch'amara
Nel fior degli anni suoi vecchiezza impara?
GIACOMO LEOPARDI, Canti, Alla primavera
Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.
"Vivi tu, vivi, o santa
RispondiEliminaNatura? vivi e il dissueto orecchio
Della materna voce il suono accoglie?
Già di candide ninfe i rivi albergo,"
Malinconicamente sublime. Grazie. franca