Pagine

sabato 7 marzo 2009

Ancora di poesia e canzoni


Si era già parlato lo scorso anno su questo blog della differenza tra canzoni e poesia, del perché non si può considerare un testo scritto per una canzone pura poesia.

Ora il dibattito viene nuovamente alimentato dalla decisione del Ministero della Pubblica Istruzione di inserire testi di Giorgio Gaber nelle antologie scolastiche. In un elzeviro sulla "Stampa" di mercoledì 4 marzo, il poeta milanese Maurizio Cucchi, rileva: "È chiaro che - se la musica è Allevi, la poesia è De André, il teatro (e ancora la poesia, sempre tirata in ballo a sproposito) è Gaber - il mercato ha invaso il territorio dell'estetica. La faccenda si mette male. Ieri Montale, oggi Gaber. Domani il vincitore di Sanremo?"

Cucchi fa riferimento ad un'altra querelle, quella scoppiata tra il violinista Uto Ughi e il nuovo "idolo della musica classica contemporanea", Giovanni Allevi: anche lì, con il ricciuto pianista, la cultura viene spinta ancora un po' verso il basso, umiliata, immolata sull'altare della mediocrità in nome del facile consumo, della diffusione di massa, del famigerato mercato. È lo stesso meccanismo perverso che in televisione premia programmi risibili e diseducativi in nome dello share. La vera poesia langue sugli scaffali, nei libri che non vengono pubblicati e divulgati, nei testi che la scuola non legge e non commenta, accontentandosi di un livellamento che con il tempo spianerà la cultura italiana verso il basso - e già nella società si intravedono i suoi effetti nefasti... 



Vincent Van Gogh, "La lettrice di romanzi"


* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Una poesia è linguaggio ritmico, non linguaggio ritmato (canto) né mero ritmo verbale (Proprietà generale della lingua, senza escludere la prosa)
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna

2 commenti:

  1. perchè non ci si accorge che quella di Allevi è una volgare trovata commerciale...Allevi incarna tutti i più orribili e inflazionati luoghi comuni che circondano la figura dell'artista: uno un pò strano, con tanti problemi, sensibile, che vive in un mondo tutto suo...tutte falsità. Persino Boudelaire, l'artista maledetto per eccellenza scriveva sonetti, racchiudeva la sua creazione in una forma rigida. Ci sono artisti che dedicano alla loro arte 8 ore al giorno, precisi come un turno in fabbrica. Allevi non è altro che una persona prevedibile e innocua...

    RispondiElimina
  2. Allevi si è molto arrabbiato per le parole di Ughi: "Lei difende soltanto la sua casta" rispose. Ecco, adesso va di moda questa cosa della "casta", in termine spregiativo. In realtà il rilievo del maestro Ughi era sul genere di Allevi: certo non si può definire classica, non è neppure jazz. Una contaminazione che non può ambire a essere eccelsa né da una parte né dall'altra. E con la presunzione invece di esserlo. Per riallacciarci al tema del post, una commercializzazione della cultura, un fare mercato di ciò che sta alla periferia, perché quello che sta al cuore - la vera poesia, la vera musica, il vero teatro - alla gente educata da questa TV non può piacere.

    RispondiElimina