Acerenza è un piccolo comune della provincia di Potenza. È lì che uno storico specialista del medioevo, Nicola Barbatelli, ha scoperto per serendipità, cercando invece notizie su una famiglia nobile legata all'Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme, un presunto autoritratto di Leonardo da Vinci. A rivelarlo è un articolo del Times ripreso da tutti i giornali e da numerosi blog.
L'uomo ritratto ad olio sul pannello ha un naso aquilino, occhi chiari e una lunga barba grigia ed è simile all'altro famoso autoritratto leonardesco, il disegno del 1513 conservato alla Biblioteca Reale di Torino, noto anche per essere stato raffigurato sulle banconote italiane da 50.000 lire diffuse tra il 1967 e il 1974. Un cappello rinascimentale completa la figura.
In un primo tempo gli esperti hanno ritenuto fosse il ritratto di Galileo Galilei, ma Barbatelli è stato in grado di collegare l'opera ad un altro ritratto di Leonardo, quello esposto agli Uffizi di Firenze: "La postura, lo stile e la tecnica ricordano quel ritratto" dice lo specialista. A suffragare l'ipotesi che si tratti di un autoritratto sono le parole latine "Pinxit mea"; a suffragare che sia di Leonardo è il fatto che tali parole siano scritte al rovescio, nello stile del genio di Vinci. Inoltre, ad Acerenza viveva una famiglia fiorentina di cui Leonardo era amico.
L'uomo ritratto ad olio sul pannello ha un naso aquilino, occhi chiari e una lunga barba grigia ed è simile all'altro famoso autoritratto leonardesco, il disegno del 1513 conservato alla Biblioteca Reale di Torino, noto anche per essere stato raffigurato sulle banconote italiane da 50.000 lire diffuse tra il 1967 e il 1974. Un cappello rinascimentale completa la figura.
In un primo tempo gli esperti hanno ritenuto fosse il ritratto di Galileo Galilei, ma Barbatelli è stato in grado di collegare l'opera ad un altro ritratto di Leonardo, quello esposto agli Uffizi di Firenze: "La postura, lo stile e la tecnica ricordano quel ritratto" dice lo specialista. A suffragare l'ipotesi che si tratti di un autoritratto sono le parole latine "Pinxit mea"; a suffragare che sia di Leonardo è il fatto che tali parole siano scritte al rovescio, nello stile del genio di Vinci. Inoltre, ad Acerenza viveva una famiglia fiorentina di cui Leonardo era amico.
Leonardo, "Autoritratto", Torino, Biblioteca Reale
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LA FRASE DEL GIORNO
Farai le figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell'animo; altrimenti la tua arte non sarà laudabile.
LEONARDO DA VINCI, Trattato della pittura
Io non capisco come si faccia ancora a considerare la sanguigna di Torino l'autoritratto di Leonardo Da Vinci!
RispondiEliminaOrmai Leonardisti, scienziati, storici dell'arte hanno ampiamente discusso circa la l'impossibilita che il personaggio ritratto non sia e non potrebbe mai essere Leonardo Da Vinci e cio per una serie di considerazioni storiche incontestabili!
Purtroppo, forse per mere ragioni di carattere speculativo, le amministrazioni continuano a evitare confronti scientifici che porterebbero alla sola demolizione di una teoria del tutto casareccia circa il reale volto di Leonardo.
Anche quest'anno numerose scoperte hanno ineterssato questo tema, come la riscoperta ad opera del medievista Nicola Barbatelli, di una tavola lignea raffigurante il volto di Leonardo (oggi definito "leonardo lucano o di Acerenza").
Una commissione di scienziati (quelli veri), studiosi e storici dell'arte hanno condotto una fittissima attivita di indagini scientifiche che hanno dimostrato che la tavola cosiddetta lucana ha una datazione che corrisponde alla vita di Leonardo, i pigmenti utilizzati sono compatibili con le opere del genio, e sulla stessa pellicola pittorica sono state ritrovate numerose impronte digitali di Leonardo.
Questi risultati saranno resi noti appena la commissione scientfica, guidata dai Prof. Festa, Capasso, Terrasi, docenti delle rispettive Universita di Chieti e Napoli, completera' i rapporti.Tali risultati saranno di fatto pubblicati sullarivista "Nature" una delle più antiche ed importanti raccolte scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell'ambito della comunità scientifica internazionale.
Da tali studi è emerso che esiste una compatibilita tra il volto di Leonardo realizzato dall'allievo Melzi e quello lucano, come sembrerebbe inesistente il rapporto con ritratto di Torino.
A questo punto continuare a credere che l'opera conservata presso la Bibliotca Reale di Torino possa essere ancora considerata l'autoritratto del genio toscano, significherebbe glorificare una iconografia immaginaria e quindi non corrisponedente certamete al reale volto di Leonardo.
Prendo atto, anonimo lettore. Purtroppo, quando una teoria diventa "autorevole", pur essendo poi errata, assume quella che in termini di giurisprudenza è nota come consuetudine. Il "Times", che qui cito e il cui articolo è fonte del post, parla con la britannica autorevolezza che gli è propria della sanguigna di Torino come autoritratto. Ci si è messa pure la Repubblica Italiana con la banconota da 50.000 lire.
RispondiEliminaGrazie della segnalazione.
Questa estate ho avuto il privilegio di ammirare il ritratto di Leonardo da Vinci,emozionante,opera meravigliosa.Questa creatura meravigliosa era esposta presso il museo di Vaglio Basilicata e devo ringraziare chi mi ha informato dell'evento:il parroco dell stesso comune(don Teodosio). Credo che ormai è accertatissimo che è di Leonardo da Vinci,esami docet!
RispondiEliminaGrazie a chi l'ha scoperto,il dott.Barbatelli.
Allocchi di tutto il mondo unitevi.. Leonardo di Acerenza? Una megabufala sostenuta da una furbissima operazione di marketing, una crosta da mille euro
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