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sabato 10 gennaio 2009

Un inverno lontano


ANONIMO

UNA STORIA PER VOI


Una storia per voi:
il cervo bramisce,
neve in inverno
l'estate è finita.
Il vento è gelato,
basso sta il sole,
breve il suo corso;
il mare in tempesta.
Si arrossa la felce,
perdute le forme;
l'oca selvatica
riprende il suo grido.
Il gelo ha stretto
le ali degli uccelli,
regno di ghiaccio.
Questa è la mia storia.


Viene dal cuore del Medioevo questa poesia celtica di autore anonimo: risale all'VIII-IX secolo. È una descrizione naturale, quindi il tempo trascorso non sembra neppure passato. Un inverno che potrebbe essere quello attuale, così ricco di neve e di freddo, magari lontano dalle metropoli, sulle colline, sulle Alpi. Un inverno alla Rigoni Stern: "Quella notte un silenzio fondo e malinconico avvolgeva tutte le cose; si sentiva la neve sul bosco, sui prati, sul tetto della casa, nelle stesse stanze tiepide e una cosa dolce e intima arrivava sin dentro il cuore. (...) E incominciò il lungo inverno. In questa stagione un odore buono e sano impregna la casa e i suoi abitatori; in una stanza attigua alla cucina s'accumulano trucioli d'abete e mastelli di legno che gli uomini lavorano" (dal racconto "Alba e Franco", Il libro degli animali, 1991).

Eppure, pensandoci bene, quanto difficile doveva essere la vita in quei secoli bui, senza le comodità del mondo moderno. Basterebbe considerare il timore che provoca all'Europa la possibilità del taglio del gas russo nel contenzioso tra Mosca e Kiev: l'eventualità è remota, ma provate a immaginare di rimanere senza gas e riscaldamento. Ecco, nel Medioevo era così, e la Gazprom neanche esisteva...




David Lorenz Winston, "Quiet woods"



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LA FRASE DEL GIORNO
E in lontananza l'Inverno bisbigliò: «È bene
Che l'Estate rovente muoia. Guardate, l'aiuto è vicino,
Poiché quando il bisogno degli uomini s'inasprisce, allora arrivo io».

RUDYARD KIPLING, Poesie

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