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giovedì 15 gennaio 2009

Il falso Neruda


MARTHA MEDEIROS

LENTAMENTE MUORE


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.


"Lentamente muore" (Muere lentamente) è una poesia che da anni circola sui siti Internet e sui blog con l'attribuzione a Pablo Neruda. È un mistero come questa "catena di Sant'Antonio" sia iniziata, ma è certo che la poesia non è di Neruda.

Sono dei bei versi, molto profondi, molto buonisti, adatti ad infondere coraggio e forza di vivere, ma chiaramente non fanno parte del repertorio del poeta cileno, come afferma anche Adriana Valenzuela, bibliotecaria della Fondazione Pablo Neruda: "Questa poesia e altre ancora si incontrano navigando in Internet da un po' di tempo e non sappiamo chi le abbia attribuite a Neruda, ma gli esperti che abbiamo consultato non le conoscono". Gli altri "apocrifi" indicati dalla curatrice sono in particolare "È vietato" (Queda prohibido) molto simile a "Lentamente muore", che è stata scritta dal giornalista spagnolo Alfredo Cuervo, e "Non lamentarti mai" (Nunca te quejes), di cui non si è ancora scoperto l'autore.

Di "Lentamente muore" si sa invece: è stata la stampa italiana a svelare l'arcano quando Clemente Mastella citò la "poesia di Neruda" nel suo discorso in cui negava la fiducia al governo Prodi nel gennaio del 2008. La poesia è di Martha Medeiros (Porto Alegre, 1961), scrittrice e giornalista brasiliana: lei stessa ha dichiarato alla Fondazione di averla composta e pubblicata il 1° novembre del 2000, in occasione della Commemorazione dei Defunti, sul quotidiano di Porto Alegre "Zero Hora". "Lentamente muore", il cui vero titolo è "A morte devagar", è anche inserita nella sua raccolta "Non Stop. Cronache del quotidiano". Certo, Martha Medeiros è una fan di Neruda e si può comprendere che la poesia ne subisca l'influenza. Quello che preoccupa è che un'attribuzione così arbitraria e infondata si diffonda capillarmente lungo la Rete diventando una "verità": questo ci dovrebbe far ragionare su quello che leggiamo e che troviamo su Internet, su quanto ormai la gente creda che ciò che si trova sul web o su Wikipedia sia una verità inappellabile.

E non è l'unico caso questo di Neruda: circolano anche "Istanti", attribuita a Jorge Luis Borges, ma in realtà opera dell'americana Nadine Stair, e un testo di Gabriel Garcia Marquez, "La marionetta" che il Premio Nobel non ha mai scritto. E chissà quanti altri "falsi": basta cercare...



Martha Medeiros, l'autrice di "Lentamente muore"




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LA FRASE DEL GIORNO
La verità è sempre stupida, banale, e non convince mai.

GIOVANNI GUARESCHI, Don Camillo e i giovani d'oggi




Martha Mattos Medeiros (Porto Alegre, 20 agosto 1961), scrittrice, aforista e poetessa brasiliana. Dopo aver lavorato in campo pubblicitario, si è trasferita per nove mesi in Cile e lì ha cominciato a scrivere poesie.  È conosciuta come una delle migliori croniste brasiliane: lavora come editorialista dei quotidiani Zero Hora e O Globo.  


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